"Noi invece annunciamo Cristo Crocifisso"

(Articolo tratto dal numero speciale de "La Voce che chiama" dedicato alla Decennale del Crocefisso )

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Alla luce di questa espressione forte di San Paolo ci siamo incamminati verso la Decennale del Crocifisso. E' una tradizione antica a Persiceto che negli ultimi vent'anni non abbiamo avuto l'occasione di vivere. Ora l'occasione ci si presenta e non ci manca il desiderio di onorarla, nel tentativo di viverla in pienezza, cioè di celebrare i momenti di fede, di arte e di cultura (come leggerete nel programma) senza trascurare la contemplazione del Mistero di Cristo Crocifisso.

Contemplare Gesù crocifisso, per riflettere sulla sapiente stoltezza della croce, come unico criterio possibile del proprio stare nel mondo, facendo affidamento solo sulla potenza di Dio. Contemplare la più autentica e devastante debolezza per lasciarsi abbracciare dalla potenza della vita che sconfigge la morte.

Contemplare Gesù crocifisso per conoscere il vero volto di Dio, e il vero volto dell'uomo. Senza bellezza né splendore, anche se l'arte è eccelsa, mettersi in ginocchio davanti al Crocifisso per adorare la Verità. La Verità non ha né bellezza né splendore, la Verità non tollera attributi. Annunciamo Cristo crocifisso perché non c'è altra verità così eloquente eppure misteriosa. L'unico amore vero, difficilissimo eppure accessibile a tutti.

Noi che siamo abbagliati dalla potenza, attirati dalle infinite risorse della tecnologia, illusi dalle sconfinate possibilità della scienza, eppure sempre più poveri. Sedotti dalla grandezza per tutta la vita ma abbandonati quando ne avremmo più bisogno, quando il sipario si chiude e lo spettacolo della nostra vita ci appare in tutta la sua povertà, una illusione a termine, ecco che allora si rivela la debolezza di Dio come l'unica verità, la sua piccolezza così simile alla nostra da rendere la sua onnipotenza tutta per noi. E' un gesto di verità adorare un crocifisso perché significa ammettere quanto noi rifiutiamo la debolezza e quanto Dio la faccia sua, è umano rifiutarla, ma divino assumerla. E' inutile cercare Dio, vano tentare di conoscerlo escludendo la croce: solo essa ci rivela il volto di Dio. E solo alla luce di Cristo Crocifisso si illumina il volto dell'uomo. L'umanità ha bellezza e splendore solo ai piedi della croce, solo sotto lo sguardo di

Dio, di quel cuore trafitto da cui sgorga perdono , misericordia, amore, vita eterna. Solo Gesù Crocifisso dimostra che Dio è onnipotente: non esiste infatti amore più grande, né un Dio più potente nell'amare.

Contemplare il crocifisso è un grande gesto di verità, significa smascherare la nostra debolezza travestita da potenza e rivelare la vera potenza di Dio, cioè la sua grandezza nell'amore, smettendo di attribuirgli i tratti di una potenza che egli non ha mai voluto manifestare. Un Dio che si consegna agli uomini. Lasciare la parola alla croce. Al silenzio che solo rivela la Verità, chi è Lui e chi siamo noi.

Con questi sentimenti e quant'altri ancora il Signore ci vorrà donare in questo decennale ritrovato momento di Grazia, chiediamo la Grazia di saper contemplare Cristo Crocifisso per poi trovare in lui stesso la forza di annunciarlo a chi è Crocifisso dalla vita, ai malati nel corpo e nello spirito, a chi abbiamo vicino e porta grandi croci.

Chiediamo la Grazia di saperci incamminare dietro al Crocifisso sulla via maestra dell'Amore vero, che si adatta all'amato e non pretende, anche quando l'amato, cioè noi con la nostra cultura vuota e mortifera, sa trasformare la croce in un accessorio da stilisti di lusso o poco più.

Al Signore Crocifisso, che avremo la Grazia di celebrare e contemplare in abbondanza in questa Decennale, chiediamo di saperlo contemplare con coraggio, celebrare con fede e annunciare con gioia.

Don Marco Cristofori