Anonimo XI secolo

Sermo I in Adv. Domini

L’Avvento, come tempo di preparazione alla solennità del Natale, appare per la prima volta alla fine del secolo IV in Spagna e in Gallia. Dura tre settimane e precede la festa dell’Epifania, il giorno in cui, secondo il costume orientale, si amministrava il Battesimo. Dal secolo V, l’Avvento si conforma al modello della Quaresima assumendo espressamente il carattere penitenziale.
A Roma, l’Avvento compare nella seconda metà del secolo VI e dai tempi di papa Gregorio Magno (+ 604) dura quattro settimane. Esso costituisce una preparazione liturgica dei fedeli alla venuta del Signore pur senza particolari pratiche ascetiche e penitenziali. Nei secoli seguenti, la liturgia romana viene introdotta in Gallia e qui si delinea la forma dell’Avvento: liturgicamente romano ma asceticamente gallico. Circa l’anno 1000, la nuova forma dell’Avvento giunge a Roma e da qui si diffonde in tutta la Chiesa.
Fino ad oggi, l’Avvento ha conservato quel carattere penitenziale di origine gallica: nella liturgia si usa il colore violaceo, nella Messa non figura il gioioso inno «Gloria a Dio nell’alto dei cieli», sono ridotti l’addobbo e la musica nella chiesa.
Il tempo di Avvento dura quattro settimane l’ultima delle quali prepara i fedeli direttamente alla solennità del Natale. Le letture del Vangelo di questi giorni compongono il quadro degli avvenimenti precedenti la nascita di Gesù. La genealogia di Cristo indica quanto il Salvatore fu legato al suo popolo e alla storia umana.
L’angelo Gabriele preannunzia la nascita di Giovanni il Battista e poi viene mandato a Nazareth. Maria si reca da Elisabetta e canta l’inno di gratitudine: «Magnificat»: «L’anima mia magnifica il Signore».
Celebriamo la nascita di Giovanni il Battista e insieme con Zaccaria glorifichiamo Dio, perché «ha visitato il suo popolo», ha dato il bambino, che andrà «innanzi al Signore a preparargli le strade». Nei Vespri, preghiera serale della Chiesa, l’attesa della venuta del Signore viene espressa nelle bellissime antifone al «Magnificat», dette antifone «O» dato che tutte iniziano con quella vocale. Risuona in esse la nostalgia del popolo dell’Antica Alleanza, sono un’invocazione di tutta l’umanità perché venga il Salvatore.
La Chiesa ogni anno festeggia il ricordo della venuta al mondo del Figlio di Dio nel corpo umano, e attraverso la lettura dei profeti dispone i fedeli per questo giorno. Non lo fa soltanto per ricordare la realtà passata, il fatto storico, la lunga attesa del popolo eletto per la venuta del Messia.
Cristo è venuto sulla terra, ha annunziato la buona novella della salvezza, ha compiuto la redenzione dell’uomo, ha riempito della nuova vita coloro che credono in lui, li ha fatti partecipare all’amore del Padre e ha dato loro la caparra della gloria futura. L’umanità ha visto la salvezza, è stata predetta dai profeti «la pienezza dei tempi».
Il tempo di preparazione al Natale deve servirci da introduzione per capire il mistero della presenza di Cristo in mezzo a noi. Il Signore è venuto, il Signore è presente, ma bisogna sentire il bisogno della salvezza che proviene dal Signore, comprendere l’inconcepibile amore di Dio, accogliere i doni del cielo.  La Chiesa, nei giorni dell’Avvento, si rende conto del «già» della salvezza, ma attende il «non ancora» che deve venire. Cristo è venuto, ma la Chiesa pellegrinante nel tempo attende il ritorno del Signore. Aspettare il ritorno di Cristo come i servi che aspettano il ritorno del padrone, vegliare per aprirgli appena sarà venuto e avrà bussato, andargli incontro con le lampade accese, ecco l’atteggiamento dell’Avvento.
Isaia e Giovanni il Battista, queste le due grandi figure dell’Avvento. La voce dei profeti e la voce del grande Precursore del Signore continuano a risuonare nella Chiesa, perché bisogna continuamente preparare la via al Signore e bisogna continuamente gridare: Convertitevi! Coraggio, non abbiate paura! Il Signore ha vinto il male, ma l’uomo rimane ancora nella sua schiavitù. La luce è venuta nel mondo, ma l’uomo può ancora amare le tenebre. Cristo ci ha fatti nuove creature, ma noi possiamo continuare a vivere secondo i desideri dell’uomo vecchio.

Cristo si fece uomo nel seno della Vergine Maria: Lei, Immacolata Vergine, con l’annuncio dell’angelo accoglie il Verbo Eterno, viene riempita dallo Spirito Santo e diventa il tempio di Dio. Il Verbo prese carne da Maria Vergine ed abitò in mezzo a noi. Le parole di Maria: «Avvenga di me secondo la tua parola», dovrebbero farsi preghiera dell’Avvento nel discepolo di Cristo, poiché vivere pienamente l’Avvento significa accogliere Cristo come Maria.

 Ascolta, Signore, le preghiere del tuo popolo
in attesa del tuo Figlio
che viene nell’umiltà della condizione umana:
la nostra gioia si compia alla fine dei tempi
quando egli verrà nella gloria.

(Missale Romanum, 21-XII, Coll.)

Perché questo tempo si chiama Avvento

Non è senza motivo, fratelli carissimi in Cristo, che questo tempo viene chiamato  Avvento del Signore. Se i santi Padri, infatti, intrapresero la celebrazione della venuta del Signore e indirizzarono al popolo delle omelie in tale periodo, è per far sì che ogni fedele si  prepari e si emendi, in modo da poter celebrare degnamente la nascita del suo Dio e  Signore.
Immaginate che uno di voi debba ricevere in casa il proprio padrone, vedrete che farà  sparire da essa tutte le sporcizie e tutte le cose sconvenienti, preparando poi secondo le proprie possibilità ciò che si conviene ed è necessario. Ora, se si comporta così un semplice mortale per accogliere un altro mortale, quanto più non e d’uopo che la creatura si purifichi per non dispiacere al suo Creatore, quando si manifesta nella carne?
Egli, Giusto, è venuto a noi peccatori, perché noi, da peccatori divenissimo giusti;  Santo, è sceso tra noi empi per farci santi; umile, è venuto verso i superbi, perché quei superbi divenissero umili. E che altro? Egli, la cui natura è bontà, è venuto tra gli uomini che erano ripieni di vizi.
Ecco perché vi esortiamo a fare in questi giorni elemosine più abbondanti; a frequentare di più la chiesa; a fare in tutta sincerità la confessione delle vostre colpe; ad astenervi con la maggiore cura non solo da ogni impurità, ma anche dagli stessi rapporti coniugali; a scacciare via ogni odio, collera o risentimento; falsi giuramenti e bestemmie; orgoglio e vanteria, al pari di ogni gioia carnale, in modo che quando arriverà il giorno  della Natività del Signore, possiate celebrarlo per la vostra salvezza.  E siccome molti sono preoccupati dei beni carnali o degli abiti di gran pregio, per passare in quel giorno per persone degne di maggior rispetto degli altri, voi, da parte vostra, siate preoccupati più delle ricchezze e dei vestiti spirituali, perché come l’anima è  migliore della carne, così i piaceri spirituali sono superiori a quelli carnali. Ed è assai meglio ornare l’anima di virtù che vestire il corpo di abiti preziosi.
Questa esortazione, fratelli, vi viene rivolta affinché per suo merito coloro che sono  buoni diventino migliori; quelli che si riconoscono cattivi si convertano risolutamente, e  tutti ottengano di gioire spiritualmente nel giorno della nascita del Signore.

Ve ne faccia  dono egli, che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.