Don Romeo Maggioni

LE HAI RIVELATE AI PICCOLI

Per capire la carica rivoluzionaria di questo vangelo è necessario mettersi nel contesto in cui questa preghiera è stata pronunciata. Gesù è al momento del suo primo insuccesso: Giovanni Battista dubita di Lui; la gente, abituata all'austerità di Giovanni, dice di Gesù che è un mangione e un beone; le città del lago sono appena state rimproverate di non averlo capito e accolto; le folle incominciano ad abbandonarlo e Gesù resta col solo gruppetto dei discepoli.
Gesù tira la prima conclusione del suo ministero: i misteri del Regno di Dio sono capiti e accolti solo dai poveri e dai semplici, non dai sapienti e dagli intelligenti. A questa gente semplice Gesù offre una religione più liberante e autentica, quella di un Dio che s'è messo all'ultimo posto per creare nel cuore dell'uomo la fiducia serena del figlio di Dio.
"Ti rendo lode, o Padre, .. perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli". Questo è un dato di fatto che corre per tutta la Bibbia. Dice Isaia: "Perirà la sapienza dei sapienti e si eclisserà l'intelligenza degli intelligenti.., gl'umili invece si rallegreranno nel Signore e i poveri gioiranno nel Santo d'Israele" (29,14.19). E san Paolo, guardando la sua Chiesa a Corinto: "Considerate la vostra vocazione, fratelli: dal punto di vista umano, non ci sono tra voi molti sapienti, né molti potenti, né molti nobili. Ma ciò che nel mondo è stolto, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; ciò che nel mondo è debole, Dio lo ha scelto per confondere i forti; ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato, e ciò che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa vantarsi davanti a Dio" (1Cor 1,26-29). Mi viene in mente ciò che diceva santa Bernadette: "La Madonna ha scelto me perché ero la più ignorantona di Lourdes". Non è spesso così anche da noi? Chi chiacchiera con boria alla televisione, chi si spaccia come intellettuale o artista, chi manovra capitali ed economia... se ne sta alla larga dalla Chiesa. Non gliene importa niente di Cristo!
"Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza". Sì, perché questa è la scelta scandalosa di Dio: aver voluto divenire uomo, aver scelto di essere piccolo, mostrarsi povero, "mite e umile di cuore", mettersi all'ultimo posto, perché ogni uomo si possa trovare davanti a Dio a suo perfetto agio. La prima lettura prefigura la scelta di un Messia come di un re "umile, che cavalca un asino, un puledro figlio d'asina". Questo farà proprio Gesù il giorno delle Palme, presentandosi ufficialmente a Gerusalemme come Messia. Un Dio crocifisso, un Dio sconfitto è lo scandalo del Cristianesimo, o meglio la SFIDA del Cristianesimo. Perché chi ha il cuore semplice colga il gesto d'amore totale di "chi dà la vita per i propri amici" (Gv 15,13). Chi invece è abituato a pesare le cose "a chili", cioè a prestigio e potere, ne rimanga scandalizzato.
I piccoli sono coloro che non si scandalizzano di Gesù, lo credono e lo accettano come l'unico e definitivo inviato e rivelatore di Dio: "Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo". Vi è perfetta sintonia tra il Padre e Gesù, identità: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30); "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14,9). Non ci sono sofismi intellettuali da fare per credere in Dio. Non è privilegio di scuole filosofiche o di circoli di spiritualità esoterica o di gruppi e movimenti carismatici, l'accesso a Dio. A Dio si giunge accettando la storia e la vicenda concreta di Gesù di Nazaret. "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17,3).
La religione proclamata da Gesù, essendo quella vera, è la più liberante, la più umana, la più capace di dare sicurezza e pace interiore. "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo (cioè il mio modo di vivere il disegno di Dio) sopra di voi, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita". Quella di un Dio che si fa uomo è certamente la religione più umanistica che ci sia al mondo. Chi conosce un poco le altre religioni sa di quante ambiguità sono mescolate. Anche l'Islam, la cui presenza cresce tra noi, quanto è lontano dall'avere l'idea "umana e tenera" di Dio-Padre che noi cristiani abbiamo! Per non parlare di sette e "pseudochiese".., che di giorno in giorno si rivelano schiavizzanti .. per gli ingenui.
"Mite e umile di cuore" è Gesù. Religione della misericordia è quella di Gesù! Ogni uomo - e quindi ogni religione da lui inventata - porta nel cuore una naturale paura di Dio: ne ha come un sospetto, quasi che Dio voglia rendere schiavo l'uomo. Il volto di Dio presentatoci da Gesù invece è quello di un Dio che GRATUITAMENTE ama l'uomo, prima che lui stesso si muova a cercarlo; che FEDELMENTE ama l'uomo, anche quando gli è infedele; che MISERICORDIOSAMENTE ama l'uomo quando pecca, quando si rifiuta a Lui. E' sempre pronto a ricercarlo come il buon pastore cerca la pecora smarrita, a riprenderlo in casa come il padre del figliuol prodigo. Parlando della sua missione, Gesù diceva: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 9,12-13). L'umiltà di un Dio che ha provato sulla propria pelle il difficile mestiere di essere uomini, fa dire alla Lettera agli Ebrei: "Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa, come noi. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono di Dio per ricevere misericordia e trovare grazia" (4,15-16).
Il suo è "un giogo dolce e un peso leggero". Non perché non sia esigente la legge di Cristo e il suo vangelo. Ma è l'esigenza e la radicalità che nasce dall'amore. L'innamorato non misura i suoi gesti d'amore e i suoi sacrifici. I profeti hanno pagine stupende nel descrivere il rapporto sponsale che Jahvè vuol avere col suo popolo, tanto che ogni peccato è chiamato adulterio. Gesù riempirà questo rapporto con l'immagine familiare del bambino che è tutto fiducioso nel proprio babbo, chiamando Dio col nome di: "Abbà". Proprio il vangelo di oggi riporta questo inaudito modo di invocare Dio da parte di un uomo: "Padre, Signore del cielo e della terra". Cioè: Tu, creatore e padrone di tutto, sei però il mio "abbà", il mio papà! In questo campo non c'è che da conoscere l'esperienza dei santi per capire a quale intimità - e quindi libertà e gioia - Dio chiami quelli che si fidano di Lui.

"Ti rendo lode, Padre..": è una delle poche preghiere fatte da Gesù che il vangelo ci riporti. Suggerisce lo stile della nostra preghiera. Gesù ringrazia Dio perché sente profondamente e gioiosamente di esserGli Figlio. Quando si vede capito da pochi, non si scoraggia: si rifugia in una coscienza maggiore della sua fede. Ecco la nostra preghiera: dire grazie al Signore di averci scelti come suoi figli, sentendone la gioia e l'orgoglio.