La forza dell'uomo e la debolezza di Dio

Dopo la liberazione dell'indemoniato e la guarigione della suocera di Pietro, assistiamo al terzo miracolo che Gesù fa dall'inizio del suo ministero in Galilea: la guarigione del lebbroso.
Lebbra: parola terrificante, male devastante, isolamento totale. Chi ne era affetto veniva considerato impuro e relegato fuori dalle mura della città col divieto assoluto di avvicinare qualcuno: diventava un rifiuto umano.

Regole infrante
Ebbene, il lebbroso di questo Vangelo, contravviene arditamente ad ogni prescrizione legale ed infrange scrupolosamente tutte quelle regole. Avendo sentito parlare di Gesù e dei suoi poteri straordinari, si mette in cammino, entra nella città, si avvicina a Gesù, cosa assolutamente proibita, e lo supplica di guarirlo. E Gesù mosso a compassione, infrange anche Lui ogni regola di prudenza e di prescrizione legale: invece di scansarlo accuratamente, stende la mano e lo tocca - quando era severamente proibito farlo - e la malattia sparisce. Regole infrante con regale libertà... e la lebbra se ne va! Infrante, dal Maestro, con regale libertà. E infrante, dal lebbroso, con grande umiltà.
Mosso a compassione! Ecco qual era la legge suprema che faceva agire Gesù: la compassione.
E questa non lo arrestava neanche davanti ai farisei infuriati: gli faceva infrangere addirittura il sacrosanto riposo sabbatico e l'intoccabile suprema legge dai 613 precetti, per schierarsi dalla parte di paralitici, lebbrosi, ciechi, zoppi e storpi vari che erano al di fuori di ogni precetto perché colpiti da mali invalidanti e "vergognosi" che li rendevano impuri e inavvicinabili dai loro simili.
Gesù non aveva paura di rendersi complice di questi poveri rifiuti umani ai quali non rimaneva più niente se non una fiducia totale ed incondizionata nel Rabbi di Galilea. E a questa fiducia totale del lebbroso, Gesù risponde con l'immediata guarigione.

I poteri di Dio e il potere dell'uomo
"Se vuoi puoi guarirmi!" Mi commuove profondamente la fiducia e l'umiltà di questo povero lebbroso che lo supplica in ginocchio. Sa che per la sua malattia non esiste nessun rimedio umano, ma sa anche che può rivolgersi a Colui che tutto può, quindi riconosce veramente che Gesù è Dio. Infatti, dopo la guarigione, nonostante il divieto severo di Gesù di non dire niente a nessuno, ma di limitarsi ad andare dai sacerdoti per fare l'offerta prescritta dalla legge mosaica, egli sbandiera ai quattro venti la guarigione avvenuta e rivela a tutti, i poteri straordinari di Gesù "tanto che Egli non poteva più entrare pubblicamente in una città e si ritirava in luoghi deserti". Ma anche lì finivano per trovarlo e venivano da ogni parte.
E noi? Abbiamo visto i poteri di Gesù, ma anche un potere che ha l'uomo: quello della fede. Quel povero lebbroso ce l'aveva quel potere, ma noi ce l'abbiamo ancora? Crediamo ancora che a Dio nulla è impossibile? Crediamo ancora che abbiamo un Padre che sta nei cieli e si occupa di noi? Chiediamo il suo aiuto e aspettiamo la sua risposta? Il Signore risponde sempre, ma noi siamo ancora capaci di leggere, nel nostro cuore, la sua risposta? Siamo ancora capaci di fare silenzio per ascoltarla?

La risposta di Dio
Ecco cosa potrebbe risponderci il Padre nostro che è nei cieli:
"Caro figlio che sei sulla terra, sempre così indaffarato, preoccupato, frastornato e scombussolato; ma perché non alzi mai gli occhi al cielo? Non sai che hai un Padre che si occupa di te, ti ama, ti chiama, aspetta solo un tuo cenno? E non sai o non ti ricordi che questo Padre tuo, può tutto, anche l'impossibile, ma non lo può se tu non lo credi possibile? Non sai che hai un potere illimitato nelle tue mani? Che può vincere anche le mie resistenze? Non ti ricordi qual è questo potere? Ebbene te lo dico io: è la preghiera fatta con fede certa e con amore filiale: questa è la tua forza e la mia debolezza. Ti benedico figlio mio e aspetto tue notizie. Tuo Padre Dio."