Fatta la festa - divertiamoci un po'

Cari dipendenti dell’Ufficio per la Corruzione del Tempo, interinali, consulenti e personale ad eternità indeterminata, è mio particolare piacere rivolgervi questa esortazione nel momento in cui ci avviciniamo ad un’altra importante scadenza.
Sta infatti per ricominciare quel periodo dell’anno in cui aumentano vertiginosamente le difficoltà del nostro compito. Quei giorni che gli umani chiamano Quaresima. Se i mortali sapessero che fastidio danno ai nostri affari con questo genere di pratiche! Ma per nostra fortuna non lo sanno. Anzi, sono giunti a teorizzare che fare penitenza sia del tutto sconsigliabile all’uomo contemporaneo. Che sia un concetto medioevale, assolutamente improponibile nel mondo di oggi. Va bene, lo ammetto: questa teoria è opera mia. Quale titolare di questo Ufficio è incarico del sottoscritto inventare metodi sempre nuovi per rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di corrompere del tutto l’umanità.
Sotto la mia illuminata guida l’importanza che il genere umano dava alla Quaresima e a simili pratiche si è via via sbiadita e posso affermare, con ragionevole sicurezza, che di qui a pochi anni nessuno ne ricorderà più nemmeno il significato. La Quaresima verrà infatti sostituita del tutto dal suo eterno rivale, il Carnevale.
Colgo tra di voi, demoni ed umani, una certa perplessità. Cosa avrebbe a che fare questa pratica umana con la nostra incessante opera di corruttori delle menti mortali? Non siate affrettati, cari colleghi. Vi sfugge il nesso. Vi ostinate a pensare il Carnevale come un avvenimento limitato, uno sghiribizzo degli umani: ma è molto di più di questo.
Il Carnevale è nato proprio come contrapposizione a quel mortale sfrucugliamento penitenziale che tanto ci nuoce. E’ il suo opposto.
E’ un periodo di eccessi, il rovesciarsi della realtà di tutti i giorni. Il Carnevale se ne frega dei limiti che la normale convivenza tra le persone ha suggerito nel corso delle epoche. Ogni parole è pronunciata per scherzo: la verità è sospesa, la menzogna è diventa la normalità. Chi prende sul serio qualcosa è immediatamente sbeffeggiato e deriso: viene segnato a vista come un credulone, come un fesso. Tutto ciò che è secondo natura viene invertito. Gli umani si mettono in maschera, facendo finta di essere quello che non sono, abbandonando freni e inibizioni.
In alcuni luoghi viene eletto un Re del Carnevale, che spesso è un sempliciotto che sarebbe incapace di governare qualsiasi cosa. Eppure può proclamare ogni eccesso come legge.
La sola occupazione ammessa è dare fastidio alla gente.
Ancora non capite, ancora non vedete?
Il Carnevale è esattamente il mondo umano come piace a noi. Gente che va in giro senza scopo su immensi carrozzoni colorati. Certo, c’è questa stonatura dell’allegria e del riso, ma quello spetta a noi eliminarlo, trasformarlo in ghigno o in sbadiglio. L’importante è che il concetto fondamentale rimanga intatto: Ogni cosa vale, quindi non c’è niente che valga davvero. Quindi che i mortali si abbuffino e trovino qualcuno con cui passare la notte, ogni notte. Non c’è natura che tenga.
Per adesso ci siamo limitati a renderlo una festa di precetto. Che tengano i bambini a casa da scuola, che le fabbriche diano ferie e le sfilate di carri si facciano fino e oltre il venerdì santo. Ma occorre pensare in grande: l’ambizione è una virtù.
Ecco la vostra missione. Prolungare il Carnevale a tutto il resto dell’anno, renderlo istituzionale. E’ un obbiettivo da cui non siamo lontani.
Per prima cosa occorre instillare negli uomini l’orgoglio della trasgressione. Chi rompe il patto di convivenza con i suoi prossimi, chi si arroga il diritto di fare quello che vuole a spese degli altri non deve più sentirsi un emarginato, un escluso, anzi. Il suo comportamento deve essere glorificato e lui stesso portato ad esempio.
Nessun giudice lo oserà condannare, anzi, le cause in tribunale gli daranno ragione. Leggi saranno stracciate e nuovi usi sorgeranno a protezione dell’impulsivo e dell’egoista.
Deve potere andare in televisione e rivendicare la sua prevaricazione con il sorriso sulle labbra, sicuro che non solo nessuno lo toccherà, ma che diventerà oggetto di imitazione. Che si faranno prontamente decreti per sostenerlo. A questo punto, una volta istituzionalizzato, il suo trasgredire diventerà noioso e occorrerà sostituirlo con qualcosa di più estremo ancora.
Pensate che immenso aiuto alla nostra opera. Tutte le raccomandazioni che un tempo i bravi genitori facevano ai loro figli rovesciate e rese vincolanti. Tutte le leggi che il Nemico che sta lassù aveva istituito per proteggere gli uomini da loro stessi eliminate oppure ignorate.
Il Re del Carnevale regni su di loro: un Re che si saranno scelti tra coloro che più li asseconderà. Il più sciocco, o il più astuto a mascherarsi da sciocco. Il nostro uomo: accuratamente scelto, protetto, portato in braccio, sculacciato quando serve: perché tra noi non è ammessa dimenticanza o dissidenza.
Quando il Carnevale sarà la norma tutti i personaggi seri saranno portati in processione dalla folla e issati sulle loro forche. Chi non sghignazza agli scherzi sarà fustigato. Chi si rifiutasse di ridere con noi, di calpestare in allegria il Nemico e le sue effigi abbia la testa tagliata e la bocca sagomata a sorriso perenne. Cosa c’è di più divertente di una testa su una picca? Diamine, due teste!
Gireremo con i nostri carri tra piume di struzzo e nudità. Ammetteremo anche i bambini, perché è diritto degli adulti prendersi qualche libertà di tanto in tanto, e ai piccoli piace. Se piangono ci divertiamo ancora di più.
Invece di portare tutti i terrestri all’Inferno, porteremo l’inferno sulla Terra. Più economico e definitivo.
E Il Nemico che sta lassù, mi chiedete, non reagirà a tutto questo? Oh, ma che importa! Anche se non dovesse durare, nel frattempo ci saremo divertiti. Era tutto uno scherzo, diavolacci miei, mica mi avrete preso sul serio? A Carnevale ogni scherzo vale.

Come, non è già più Carnevale? Eh eh….