Cosa dobbiamo veramente chiedere a Dio nella preghiera

Che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera? Possiamo chiedere tutto quello che vogliamo, perché Dio è un Padre che ama ascoltare i balbettii dei suoi piccoli figli (e noi siamo tutti piccoli davanti a Lui), anche se non sempre si concede alle  loro pretese, perché troppo spesso essi non sanno qual è il loro vero bene.
Possiamo chiedere tutto quello che vogliamo, purché ci manteniamo nell’atteggiamento interiore      di chi accoglie docilmente la sua volontà.
Possiamo chiedere anche i favori materiali che ci sembrano convenienti. Gesù stesso ci ha insegnato a pregare non solo perché venga il Regno di Dio, ma anche perché ci sia assicurato il pane quotidiano.
Ma non dobbiamo chiedere solo i favori materiali.
Gli apostoli, che tante volte nella narrazione evangelica ci appaiono spiritualmente rozzi e curvi sui valori terreni, questa volta ci danno l’esempio di una richiesta bellissima: Aumenta la nostra fede!, dicono al loro Maestro.
Un po’ di fede l’abbiamo tutti; ma tutti avremmo bisogno di averne di più, perché senza fede è difficile vivere decentemente anche da uomini. Perciò anche noi vogliamo oggi dire: “Aumenta la nostra fede”.

La preziosità della fede per la nostra vita

Che cos’è la fede?        
La fede è un affidarsi a Dio, alla sua parola, al suo desiderio di salvarci, alla sua guida sulle strade oscure e faticose dell’esistenza.
La fede è un sapere che c’è un Padre, che ci ha tratti dal nulla per amore. Non siamo venuti al mondo per sbaglio, senza che nessuno ci abbia né pensato né voluto; e perciò neanche adesso siamo in balia di un caso irragionevole e gelido: siamo nelle mani di uno che ci vuol bene e non ci abbandona.
La fede è sapere che il Figlio di Dio è venuto a farsi uno di noi, perché in lui potessimo avere una vita più intensa e splendente di quella delle creature terrestri che non hanno né consapevolezza né speranza. Credere quindi significa vedere le cose con gli occhi di Cristo, giudicare le idee e gli accadimenti alla luce del suo magistero, diventare di un nuovo modo di amare gli altri, che è il modo limpido e disinteressato con cui li ama lui.
La fede è sapere che lo Spirito Santo, mandatoci dal Signore risorto, agisce nei nostri cuori, ci aiuta a distinguere il bene dal male, ci sollecita a camminare sulla strada diritta, ci induce a diventare, in un mondo litigioso e duro, uomini di concordia e di pace.
La fede è sapere che c’è per una “vita eterna”; c’è una via precisa per arrivarci, attraverso gli atti che ci santificano nei vari momenti del nostro pellegrinaggio di quaggiù; c’è per noi la gioia di appartenere alla Chiesa, che è la famiglia dei figli di Dio e il luogo dell’incontro anticipato col Padre.
Non c’è nulla di più bello e di più importante della fede. E’ l’eredità più preziosa che abbiamo ricevuto dai nostri padri, è quanto di più necessario a vivere sensatamente e senza disperazione possiamo lasciare alle generazioni che verranno.
Il mio giusto vive di fede (Ab 2,4), ci ha detto la parola di Dio. Perciò anche noi, che vogliamo essere giusti, come gli apostoli dobbiamo implorare: “Aumenta la nostra fede”.

La forza prodigiosa di una fede autentica

Ma Gesù ci ha insegnato un’altra cosa che non dobbiamo dimenticare, ed è la grande energia che è contenuto nell’atto di credere: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sii sradicato e trapiantato in mare”, ed esso vi ascolterebbe. Nelle pagine di Marco e di Matteo si dice addirittura che un granello di fede rende capaci di trasportare le montagne.
Sono frasi paradossali, ma esprimono una grande verità; ed è che non c’è al mondo una forza paragonabile alla fede.
Ce lo insegna anche la storia: tutte le grandi potenze e le grandi superpotenze, che sembrano sempre sul punto di trionfare e di imporsi, o presto o tardi traballano e vanno in rovina, mentre il debole popolo dei credenti c’è sempre a cantare le sue lodi al Dio vivo e vero e a mantenersi nell’attesa fiduciosa del Regno di Dio.

Dio non bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno di lui

C’è infine un terzo punto, nella pagina evangeli che è stata letta, che merita di essere rilevato.
Noi siamo i servitori di Dio, non i suoi padroni. Quando abbiamo fatto la sua volontà e gli abbiamo dato l’omaggio del nostro culto, abbiamo fatto solo quanto dovevamo fare. Invece ci sono di quelli che, se vengono a Messa la domenica qualche volta, credono di aver fatto un gran piacere al Signore. Hanno fatto solo un piccolo piacere a loro stessi, perché si è meno uomini se ci si dimentica del proprio Dio.
La fede è dunque anche la capacità di stare al nostro posto di fronte all’infinità del Padre che è nei cieli, e di sapere dire con tutta verità: “Siamo soltanto dei servi di cui tu, o Dio, non hai nessun bisogno, mentre noi abbiamo un tremendo bisogno di te”.
Allora il Signore ci glorificherà e ci dischiuderà la sua dimora di luce e di gioia, perché sta scritto che, soprattutto davanti al Padrone dell’universo, chi si umilia sarà esaltato.