Spunti per la Liturgia in Collegiata

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Nella prefazione alla raccolta dei suoi scritti sulla liturgia, Papa Benedetto XVI – rifere ndosi al fatto che la prima Costituzione discussa e approvata dal Concilio Vaticano II riguardava appunto la liturgia – sintetizza da par suo la questione: “Ciò che, visto appunto dall’esterno, potrebbe sembrare un caso, si rivela guardando la gerarchia dei temi e dei compiti della Chiesa, come la cosa intrinsecamente più giusta. Cominciando con l’argomento della liturgia, si poneva inequivocabilmente in luce il primato di «Dio», la priorità assoluta del tema Dio. Prima di tutto Dio, questo ci dice l’iniziare con la liturgia”.
Niente di più di questa premessa è appropriato per avviare una breve riflessione sul tema della liturgia all’interno della nostra Comunità; e per condividere alcune iniziative che, come coro dei Ragazzi Cantori, stiamo portando avanti in questo tempo di preparazione alla Santa Pasqua.
Credo che si possa affermare con tutta tranquillità che, all’interno della nostra Parrocchia, la riforma liturgica avviata dal Concilio è stata interpretata in modo equilibrato, lontano dagli eccessi che invece hanno trovato spazio altrove. In questo il compianto don Enrico è sempre stato una guida sicura e discreta, che non ha mai mancato di “dettare la linea” con quell’equilibrio che ne ha sempre contraddistinto il ministero pastorale.
Una delle eredità più preziose che ci ha lasciato è il Coro dei Ragazzi Cantori di San Giovanni. Fortemente da lui voluto e sostenuto per più di trent’anni, questo complesso ha sempre messo al centro della sua azione il servizio liturgico, che ne ha sempre costituito la bussola e al quale ha sempre dedicato le energie migliori, presentandosi sempre e in ogni occasione - anche nei consessi artisticamente più blasonati -  prima di tutto come “coro liturgico che effettua il suo servizio ogni domenica alla messa delle ore 10”.
Nei più di quarant’anni di attività naturalmente le scelte e gli orientamenti si sono evoluti, sono state esplorate strade diverse, spesso fruttuose e talvolta meno efficaci: quello che è certo è che l’intento è sempre stato quello di conferire alla liturgia quell’apporto insostituibile fornito dalla musica e dal canto.
Negli ultimi mesi, anche stimolati da alcune giuste osservazioni che ci sono giunte da più parti, abbiamo provato ad immaginare come fare un ulteriore passo avanti nella direzione di sostenere ancora meglio quello che è il centro della vita liturgica di una comunità: la Celebrazione Eucaristica.
Naturalmente, non c’è nulla da stravolgere, proprio perché la situazione attuale è il risultato di una evoluzione pluridecennale, che ha distillato un tutto coerente ed armonico: purtuttavia, alcune correzioni di rotta sono state proposte e condivise con i nostri sacerdoti, ed hanno visto la luce con l’inizio della Quaresima, tempo di preparazione per eccellenza.

Prima di tutto, vi era da migliorare il momento dell’accoglienza, che precede l’inizio della celebrazione. E’ un momento che per sua natura poco si presta a creare le condizioni di raccoglimento necessarie a prepararsi all’azione che sta per cominciare. Un canto polifonico eseguito dalla sola schola qualche minuto prima dell’inizio della Messa, ed intonato al tempo liturgico, ci è sembrato fosse la soluzione più adatta a favorire il silenzio e il raccoglimento; lasciando al termine qualche breve istante per la meditazione personale.
Si è poi pensato di riportare nella giusta luce l’Antifona di ingresso, che avvia e dà il “motivo” dell’intera celebrazione, e che sovente non trova il giusto rilievo nel canto di ingresso: per il tempo quaresimale, il canto rimane fisso mentre la strofa ricalca per l’appunto la Antifona del giorno.
Un altro momento qualificante è il Salmo Responsoriale, nel quale il salmista ed il popolo si alternano nel canto, e quest’ultimo è chiamato a rispondere coralmente all’invito del primo. Per facilitare la partecipazione, si è pensato di adottare una semplice melodia, e sempre la stessa, per il ritornello, variando invece i versetti: in questo modo si vuole facilitare l’apprendimento da parte dell’assemblea, così che possa davvero rispondere allo spirito di questo momento di passaggio tra l’Antico ed il Nuovo Testamento.
Per il resto, si è confermato lo schema dei canti di comunione, in cui al canto a popolo segue un canto meditativo eseguito dalla schola, per il quale si è posta maggiore attenzione alla corrispondenza con la liturgia del giorno.
Il nostro obbiettivo è trarre da queste settimane di “sperimentazione” le conferme alla correttezza delle scelte effettuate, ma anche gli spunti per fare sempre meglio, portando quindi il nostro piccolo contributo alla vita della comunità; e magari fornendo qualche spunto per le scelte e gli orientamenti che verranno definiti dalla neo-ricostituita Commissione Liturgica parrocchiale.

Andrea Bongiovanni, Da "La Voce che chiama - Pasqua 2015"