Don Novello a San Giovanni

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Nato a Sant'Agata Bolognese (BO) il 16 aprile 1923, ordinato sacerdote dal Cardinale Nasalli Rocca nella Cattedrale di S. Pietro il 6 aprile 1946. Vicario parrocchiale di S. Giovanni Battista in S. Giovanni in Persiceto dal 10 dicembre 1946 al novembre 1956.
Lauree in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana e in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense.
Officiante, confessore e predicatore presso la Basilica di S. Petronio. Insegnante di religione (Scuole Magistrali "Laura Bassi" e "G. Albini").
Nominato Parroco ai Santi Francesco Saverio e Mamolo il 1 novembre 1970.
Cappellano convenutale del Sovrano Militare Ordine di Malta .
È stato tra l’altro assistente e presidente della sottosezione diocesana dell'U.N.I.T.A.L.S.I; assistente ecclesiastico del Serra Club (1991-2017). Ha tenuto corsi di morale e dogmatica e un'ampia attività di predicazione. Autore di una trentina di pubblicazioni; voce apprezzata di Radio Maria.
Deceduto giovedì 4 gennaio 2018 a quasi 95 anni.
Le esequie sono state celebrate dall'Arcivescovo Matteo Zuppi venerdì 5 gennaio 2018 nella Parrocchia dei Santi Francesco Saverio e Mamolo. La salma riposa nel cimitero di S. Agata Bolognese.

Quando gli venne assegnato, fresco di ordinazione sacerdotale, l’incarico di cappellano nella nostra parrocchia, una ‘canterina famosa’ di sant’Agata gli preconizzò: “Vai a Persiceto? Allora farai carriera!”.
Non pensavano lo stesso le due anziane signorine addette alla nostra canonica che tra i denti sentenziarono: ”Cosa volete che venga da Sant’Agata? Sant’Agata è un….” E qui una definizione malevola e un po' grassoccia che don Novello ha amato spesso ricordare, sempre sorridendoci sopra.
In realtà fu buona profetessa la sua compaesana e viceversa fallaci furono le due perpetue. La permanenza di don Novello a san Giovanni fu di una decina di anni, solo un settimo della durata della sua lunga e fedele missione sacerdotale, ma fu fruttifera e indimenticabile per tanti che ne ebbero benefici nel proseguimento della propria esistenza.

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Oltre che cappellano e vicario del grande parroco don Guido Franzoni, don Novello fu, per i ragazzi e i giovani della nostra città, ottimo assistente di Azione cattolica, educatore e confidente ascoltato e apprezzato, catechista, fermo confessore e prezioso direttore spirituale, amico e allegro compagno nei giochi nel cortile della Sede, fratello maggiore per i piccoli e coetaneo per i più grandi, organizzatore e ideatore di tante iniziative culturali e ludiche (organizzò operette musicali, volle la fanfara della Sede, appoggiò il nascente quintetto Cat Gardeccia, portò i ragazzi ad amare l’alta montagna, fu il trascinatore di gite in bici e in camion -allora si usava così-, guida di pellegrinaggi giovanili e parrocchiali a Roma). Fece approntare un bellissimo bar in Sede, sotto l’abside della collegiata e ad inaugurarlo venne addirittura il presidente della Camera Giovanni Gronchi che poco dopo fu eletto Presidente della Repubblica. Fu anche insegnante di religione alle nostre scuole medie riuscendo a far appassionare i ragazzi anche alla teologia di cui a quei tempi anch’egli era studente (e poi si laureò). Si preparava ai suoi esami spesso in cortile e proponeva a turno ai ragazzi che gli giocavano d’attorno schemi e riassunti di quell’ardua materia, manifestando già da allora grandi doti di divulgatore. Esercitò poi tali doti come autore di una trentina di libretti di sapienza e Fede, molto apprezzati e diffusi in Italia (e, tradotti, all’estero) proprio grazie alla sua abilità di rendere avvicinabili a tutti concetti molto ardui.

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Erano rari i ragazzi persicetani che in quegli anni (dal gennaio 1947 al novembre 1956) non venissero attratti dalla Sede, sia per potervi giocare in amicizia ma anche per l’ accattivante personalità educatrice di don Novello. L’ultimo anno della sua permanenza furono esattamente 249 i tesserati maschi della Sede (le ragazze erano invece educate dalle Suore Minime in vicolo Quartirolo). Oltre ai 100 giovani (da 16 anni in su) c’erano 149 ragazzi (da 10 a 15 anni). Ci ricordiamo bene che per quanto ci si arrabattasse non si riuscì a trovare nel territorio della parrocchia, allora in pratica tutto compreso dalla circonvallazione, un solo elemento per arrivare a 250: semplicemente non esisteva più nessun altro da poter tesserare!

Don Novello aveva e ha conservato fino alla fine una calligrafia chiara ed elegante. Amava scrivere personalmente non solo i documenti e le lettere ma anche i cartelloni con gli avvisi da esporre in Sede: orari dei giochi e delle preghiere, regole e comportamenti, iniziative, gite e così via. Dotato di un ottimo humour, ironico e anche autoironico, ha riso tante volte quando gli si ricordava di un manifesto esposto per conto del ‘Comitato dei festeggiamenti a don Novello per il suo 30° compleanno’. Il testo gli fu consegnato dal comitato stesso perché per favore lo scrivesse lui, con la sua arte grafica. Perfetto fu, come sempre, solo che in calce nella firma del ‘comitato dei festeggiamenti’ gli scappò inavvertitamente anche l’aggiunta: ‘ edon Novello’.

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Nelle escursioni con i ragazzi in montagna, durante le quali spesso si fermava per prendere fiato con la celebre scusa (“Ammirate il paesaggio!”), indossava al posto dell’onnipresente (per quell’epoca) tonaca talare, un maglione e calzoni alla zuava. Si raccomandava, in quelle gite, di chiamarlo sempre: ‘professore’, per celare a chi si incontrava di essere un sacerdote. Inutile dire che appena si incrociava qualche gitante c’era sempre il monello che lo chiamava ad alta voce: ”Professor don Novello!”

La domenica dell’11 novembre 1956 ci diede l’addio dopo una commovente S.Messa e dopo la foto ricordo di gruppo, divenuta ormai storica, sul sagrato della chiesa. Tutti ci sentimmo un po’ orfani nel perdere l’amico e guida. Avremmo comunque compreso solo in seguito, nel corso della nostra esistenza, quanto i suoi insegnamenti ci erano entrati in profondità rafforzandoci nello spirito e nella Fede, forgiandoci il carattere, preparandoci con animo forte e generoso ad affrontare le varie fasi della vita. Quante brillanti carriere di professionisti, insegnanti, dirigenti, amministratori locali, sindacalisti, tecnici, operai vengono alla mente guardando quella selva di ragazzi e giovani raffigurati dal fotografo

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Don Novello, nella sua lunga e feconda vita, ha potuto elargire moltissimi doni e attenzioni a tante altre entità, come riassunto nel trafiletto qui accanto. Ha sempre comunque avuto una particolare predilezione per ciò che fece e suscitò a san Giovanni. Da qui infatti ‘fece carriera’, come gli era stato predetto all’inizio della sua vita sacerdotale. E alla sua Sant’Agata siamo sempre stati riconoscenti per avercelo dato ‘in prestito’.

A san Giovanni ritornò diverse volte, per ricorrenze tristi e gioiose. Negli ultimi anni venne con molto piacere a presiedere la festa del nostro Patrono e anche per accompagnare con suoi gustosi aneddoti un libretto che dedicammo al ricordo di monsignor Guido Franzoni.
Nel suo appartamento sono state costantemente affisse foto in cui è raffigurato assieme ai ragazzi della nostra e sua Sede e sempre si è interessato, con lucidissima memoria, agli eventi della nostra città e in particolare alle vicende dei suoi ‘ragazzi’ e delle loro famiglie, inviando pronte e sincere lettere di partecipazione ai loro eventi. Lettere, tutte, sempre vergate rigorosamente a mano con la sua meravigliosa scrittura.

Giorgio Veronesi Da "La Voce che chiama - Pasqua 2018"