L'importanza e la bellezza del dono del Battesimo

Che cosa è il Battesimo?

Il Battesimo è innanzitutto uno dei Sette Sacramenti assieme alla Confermazione (o Cresima), all’Eucaristia (o Comunione), alla Penitenza (o Confessione), all’Unzione degli Infermi, all’Ordine Sacro e al Matrimonio.
I Sacramenti sono i segni sensibili ed efficaci della grazia, istituiti da Cristo ed affidati alla Chiesa; e si caratterizzano per tre fattori ugualmente necessari e non sostituibili:

  • un segno esteriore o visibile;
  • l’istituzione di questo segno da parte di Cristo;
  • il dono della grazia attraverso l’uso di questo segno.

La Chiesa, nel tempo, ha definito, affinato e adeguato ai tempi e alle culture le cerimonie e le azioni per applicare i segni esteriori al fine di aumentare la nostra reverenza e la nostra devozione verso di essi.
Il Battesimo, in particolare, è il fondamento di tutta la vita cristiana.
Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventando membra di Cristo (cf CCC 1213).

Papa Francesco ci ha dato una definizione del Battesimo durante l’udienza generale dell’8 gennaio 2014:

Il Battesimo è il sacramento su cui si fonda la nostra stessa fede e che ci innesta come membra vive in Cristo e nella sua Chiesa. Insieme all’Eucaristia e alla Confermazione forma la cosiddetta «Iniziazione cristiana», la quale costituisce come un unico, grande evento sacramentale che ci configura al Signore e fa di noi un segno vivo della sua presenza e del suo amore.

Durante la stessa udienza, il Papa proseguiva poi:

Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? E’ una domanda che può sorgere. E a tale proposito, è illuminante quanto scrive l’apostolo Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). Dunque non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. […] Con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli.

Il Battesimo non è quindi una formalità ma una scelta importante che va fatta con coscienza.
Ma allora, perché la Chiesa esorta i genitori a battezzare i bambini? E’ giusto farlo o sarebbe meglio aspettare l’età adulta per fare la scelta con una propria consapevolezza?
Sono domande importanti sulle quali è bene riflettere e alle quali Benedetto XVI ha fornito una risposta chiara nell’intervento dell’11 giugno 2012 in occasione di un convegno per la diocesi di Roma:

"Ma possiamo noi imporre ad un bambino quale religione vuole vivere o no? Non dobbiamo lasciare a quel bambino la scelta?".
Queste domande mostrano che non vediamo più nella fede cristiana la vita nuova, la vera vita, ma vediamo una scelta tra altre, anche un peso che non si dovrebbe imporre senza aver avuto l’assenso del soggetto.
La realtà è diversa. La vita stessa ci viene data senza che noi possiamo scegliere se vogliamo vivere o no. A nessuno può essere chiesto: "vuoi nascere o no?". La vita stessa ci viene data necessariamente senza consenso previo, ci viene donata così e non possiamo decidere prima "sì o no, voglio vivere o no".
E, in realtà, la vera domanda è: "È giusto donare vita in questo mondo senza avere avuto il consenso: vuoi vivere o no? Si può realmente anticipare la vita, dare la vita senza che il soggetto abbia avuto la possibilità di decidere?". Io direi: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci sia una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta da Dio e che sia un vero dono.
Solo l’anticipazione del senso giustifica l’anticipazione della vita. E perciò il Battesimo come garanzia del bene di Dio, come anticipazione del senso, del "sì" di Dio che protegge questa vita, giustifica anche l’anticipazione della vita.
Quindi, il Battesimo dei bambini non è contro la libertà. È proprio necessario dare questo, per giustificare anche il dono della vita. Solo la vita che è nelle mani di Dio, nelle mani di Cristo, immersa nel nome del Dio trinitario, è certamente un bene che si può dare senza scrupoli.
E così siamo grati a Dio che ci ha donato questo dono, che ci ha donato se stesso. E la nostra sfida è vivere questo dono, vivere realmente, in un cammino post-battesimale, sia le rinunce che il "sì", e vivere sempre nel grande "sì" di Dio, e così vivere bene.

Il Battesimo quindi è il dono più bello che possiamo fare ai nostri bambini, perché è segno tangibile dell’amore che Cristo ha avuto, ha e avrà sempre per tutti noi; e noi, responsabilmente, vogliamo che anche le nuove generazioni vengano travolte da questo amore infinito e inesauribile, ponendo la loro vita nelle mani di Dio già in tenera età.

Michele Pagnoni Da "La Voce che chiama - Pasqua 2019"