Volontariato Assistenza Infermi

L’attenzione alla pastorale dei malati e dei sofferenti ha radici profonde nella nostra Chiesa e fin dal 1976 si è espressa con la costituzione di un “Delegato arcivescovile per gli ospedali ed infermi”, che, nella persona di padre Geremia Folli, ha portato molte persone ad impegnarsi attivamente nell’assistenza spirituale agli infermi; l’intuizione di padre Geremia è stata, infatti, quella di comprendere l’urgenza che dall’attuale servizio religioso ci si debba aprire a tutta una comunità in servizio. Per questo egli promosse nel 1984 il VAI, Volontariato Assistenza Infermi. Seguendo le indicazioni della CEI, anche la nostra Chiesa particolare ha ritenuto opportuno costituire un apposito ufficio, che ha il compito di coordinare tutte le realtà operanti in diocesi nel campo dell’assistenza ai malati, di animare il volontariato per gli infermi e di sensibilizzare all’attenzione verso gli infermi sia la comunità cristiana, sia quella civile

Il Volontariato Assistenza Infermi si propone di rispondere , almeno in parte, alla solitudine esistenziale del malato, nei cui confronti vuole essere una presenza costante: presenza che si offre operando in gruppo, per garantire la continuità del servizio, il reciproco sostegno tra i volontari, promuovendo al contempo solidarietà nella comunità; presenza assolutamente gratuita, non solo economica ma di qualsiasi genere e natura, così da escludere alcun vantaggio personale o di gruppo.
I volontari vanno sempre in coppia, cercando di portare con silenzio e con amore, l’annunzio più alto di speranza in un mondo di povertà umana e spirituale. Il malato percepisce di non essere il beneficiario di un servizio, ma nell’incontro riacquista forza e dignità, al di là di ogni parola e di ogni credo religioso. Il V.A.I. ha come sua specifica caratteristica quella di promuovere una cultura di attenzione e coinvolgimento accanto al malato, ovunque esso si trovi e qualunque religione pratichi. Una presenza di umanizzazione, che si propone come figura quasi parentale (quella del buon famigliare, laddove mancasse): quella dell’amico che si interessa e visita un malato.
I volontari del V.A.I. sono uomini e donne di diversa età (questa è già una prima risposta alla realtà che è alla base della solitudine: la mancanza di dialogo intergenerazionale), religione, formazione e condizione sociale, che dedicano un minimo di una/due ore settimanali ai malati, come fossero parenti.
Il V.A.I. si propone di essere, con la fedeltà a questo impegno, un “piccolo segno” che raggiunga ed interroghi le nostre Comunità in modo che “siano presenti” e “rendano maggiormente presenti” a se stesse gli ammalati.
Il V.A.I. è costituito da gruppi ospedalieri (presenti negli Ospedali di Bologna e in alcuni della Provincia) e da gruppi parrocchiali, che operano in costante collegamento, necessità che emerge dalle sempre più brevi degenze di oggi., coordinati da un responsabile che opera in accordo con il Parroco.

“Coltivate la speranza e non abbiate paura della tenerezza”
Giornata mondiale del malato, Papa Francesco.

 “Una Società si qualifica per lo sguardo che rivolge ai sofferenti e
per l'atteggiamento che adotta nei loro confronti”
Giornata del malato 1997, San Giovanni Paolo II

All’Ospedale di San Giovanni in Persiceto opera da una decina di anni il V.A.I. Volontariato Assistenza Infermi. In accordo con la Direzione Sanitaria i volontari vengono dotati di un tesserino di riconoscimento con il quale sono autorizzati a recarsi presso il reparto (quasi sempre quello di medicina) a qualsiasi ora del pomeriggio.
Il servizio viene svolto dal lunedì al Sabato in linea di massima dalle 16,00 alle 17,45

Ogni giovedì nella cappella dell’Ospedale di Persiceto viene celebrata alle 16,00 (ora solare) e alle 16,30 (ora legale) la Santa Messa per pregare per tutti gli ammalati dell’ospedale e per tutti i defunti. Si prega anche per tutto il personale medico in quanto il loro non è solo un lavoro ma anche una missione.

A San Giovanni il responsabile del VAI è il diacono Amadio Abbate.
La Cappella dell’ospedale è amorevolmente curata da Suor Maria Claudia delle minime.
Prima della Santa Messa vi è la recita del Santo Rosario.

Con il contatto degli ammalati è più quello che si riceve che quello che si dona perché in loro è presente Gesù sofferente. Si potrebbe scrivere un libro di tutte le storie di vita che ci vengono raccontate dai degenti, infatti molto spesso si tratta di persone molto anziane.

Consiglio a chi ha un po’ di tempo di provare questa bellissima esperienza anche per l’unione che si crea tra noi volontari.

I volontari sono a completa disposizione per chi volesse dare la propria disponibilità a questo servizio.

“Beato l'uomo che ha cura del debole nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglierà su di lui il Signore, lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà alle brame dei nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; gli darai sollievo nella sua malattia” (Sal. 40, 2-4)

Francesco Mariani, Da "La Voce che chiama - Natale 2017"