Lettere di Sant'Ignazio di Antiochia
Lettera ai cristiani di Magnesia (Vedi Prima parte)
Vivere secondo la domenica
IX,1. Dunque, quelli che erano per le antiche cose sono
arrivati alla nuova speranza e non osservano più il sabato, ma
vivono secondo la domenica, in cui è sorta la nostra vita per mezzo
di Lui e della sua morte che alcuni negano. Mistero dal quale,
invece, abbiamo avuto la fede e nel quale perseveriamo per essere
discepoli di Gesù Cristo il solo nostro maestro. 2. Come noi
possiamo vivere senza di Lui se anche i profeti quali discepoli
nello spirito lo aspettavano come maestro? Per questo, quello che
attendevamo giustamente, venendo li risuscitò dai morti.
Il nuovo lievito
X,1. Avvertiamo la sua bontà. Se egli ci imitasse come noi
agiamo non ci saremmo più. Perciò divenuti suoi discepoli
abbracciamo la vita secondo il cristianesimo. Chi è chiamato con un
nome diverso da questo, non è di Dio. 2. Gettate via il cattivo
fermento, vecchio ed acido e trasformatevi in un lievito nuovo che
è Gesù Cristo. In lui prendete il sale perché nessuno di voi si
corrompa in quanto dall'odore sarete giudicati. 3. È stolto parlare
di Gesù Cristo e continuare nel giudaismo. Non il cristianesimo ha
creduto nel giudaismo, ma il giudaismo nel cristianesimo, in cui si
è riunita ogni lingua che crede il Dio.
Convinzione piena nel Cristo
XI. Questo, carissimi, non perché abbia saputo che alcuni tra voi
si comportano in tal modo, ma, pur a voi inferiore, voglio mettervi
in guardia di non abboccare all'amo della vanità, ma di essere
convinti della nascita, della passione e della resurrezione
avvenuta sotto il governo di Ponzio Pilato. Ciò è stato compiuto
veramente e sicuramente da Gesù Cristo, nostra speranza, dalla
quale nessuno si allontani.
Il giusto accusatore di se stesso
XII. Possa io gioire di voi in ogni cosa, se ne sono degno.
Benché incatenato, non sono più di uno di voi che siete liberi. So
che non vi gonfiate e avete in voi Gesù Cristo. Piuttosto quando io
vi lodo so che arrossite come è scritto:«Il giusto è accusatore di
se stesso».
Saldi nei precetti del Signore e degli apostoli
XIII,1. Cercate di tenervi ben saldi nei precetti del Signore
e degli apostoli perché vi riesca bene tutto quanto fate nella
carne e nello spirito, nella fede e nella carità, nel Figlio, nel
Padre e nello Spirito, al principio e alla fine, con il vostro
vescovo che è tanto degno e con la preziosa corona spirituale dei
vostri presbiteri e dei Diaconi secondo Dio. 2. Siate sottomessi al
vescovo e gli uni agli altri, come Gesù Cristo al Padre, nella
carne, e gli apostoli a Cristo e al Padre e allo Spirito, affinché
l'unione sia carnale e spirituale.
Congedo
XIV. Sapendo che siete pieni di Dio, vi ho esortato con
brevità. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere perchè possa
raggiungere Dio, e della Chiesa che è in Siria, della quale non
sono degno di portare il nome. Ho bisogno della vostra preghiera
unita in Dio e della carità affinchè la Chiesa di Siria per
intercessione della vostra Chiesa sia aspersa di grazia.
XV. Vi salutano gli Efesini da Smirne, donde io vi saluto. Sono
venuti per la gloria di Dio come anche voi e mi hanno prodigato
ogni cosa con Policarpo, il vescovo e gli smirnesi. Vi salutano
anche le altre Chiese nella gloria di Gesù Cristo. State bene nella
concordia di Dio possedendo lo spirito inseparabile che è Gesù
Cristo.