San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote e fondatore

festa: 2 agosto

Nella chiesa della piccola città francese di La Mure d'Isère, vicino a Grenoble, un bambino di cinque anni era seduto su una piccola scala, dietro all'altare, con il corpo inclinato e la fronte quasi accostata al tabernacolo. Fu lì che lo trovò sua sorella, dopo averlo cercato afflitta per tutto l'abitato.

- Cosa fai qui? - chiese vedendolo.
- Guarda - rispose con candore -, converso solo con Gesù.
- Ma, perché in questo modo così singolare?!
- Perché così Lo sento meglio!

Ancora non conosceva, questo prematuro devoto del Santissimo Sacramento, la grande missione che la Provvidenza gli aveva riservato e quanto piena di lotte, ma anche di glorie, sarebbe stata la vita che lo aspettava. La sua precoce attrazione per Gesù Eucaristico non ne era che l'incipiente preparazione.

Nato il 4 febbraio 1811. La sua famiglia era composta dai genitori e una sorellastra, Mariana, di dodici anni più vecchia; gli altri figli della coppia erano morti .
Nella chiesa parrocchiale della città vi era il devoto costume della benedizione con il Santissimo Sacramento, dopo la Messa giornaliera. Sua madre non mancava neppure un giorno, offrendo devotamente il figlio a Gesù. Così, la presenza di Cristo nell'ostensorio e nel tabernacolo gli fu familiare fin da piccolo.
Suo padre si era stabilito a La Mure, dove aveva fondato una piccola industria di olio di noci. Il giovane Pietro lo aiutava, consegnando ai clienti il prodotto, ma si sentiva così attratto da Gesù nel tabernacolo che, passando per la chiesa, andava sempre a farGli una visita. Quando la sorella tornava dal Sacro Banchetto, cercava di starle molto vicino, per sentire la presenza eucaristica nella sua anima.
A dodici anni, finalmente arrivò il momento tanto atteso della sua Prima Comunione. Quante grazie ricevette quel giorno! Una fu quella di sentire nella sua anima il richiamo al sacerdozio, ma quando parlò al padre del suo determinato desiderio di seguire questa vocazione, ricevette come risposta un secco diniego. La madre, dal canto suo, stava in silenzio e pregava, senza perdere la speranza di vedere suo figlio presso l'altare.
Intelligente e di carattere risoluto, il giovane Pietro continuò ad aiutare il padre nell'industria familiare, ma si mise a studiare latino, di nascosto. A sedici anni, ottenne da lui licenza per proseguire questi studi a Grenoble. Fu qui che ricevette la notizia dell'improvvisa scomparsa della madre. In lacrime, si mise ai piedi di una statua della Madonna, supplicandoLa: "Per favore, a partire da questo momento sii Tu la mia unica Madre! Ma innanzitutto, Ti chiedo la grazia di arrivare un giorno ad essere sacerdote". Questo amore alla Santissima Vergine non fece altro che aumentare fino alla fine della sua vita. Fu soltanto dopo aver compiuto i diciott'anni che riuscì a convincere il padre a permettere il suo ingresso nel noviziato dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, a Marsiglia. Entrò poi nel Seminario Maggiore di Grenoble. Il 20 luglio 1834, festa di Sant'Elia, riceveva l'ordinazione sacerdotale.
Durante i primi cinque anni di ministero, come un autentico pastore, aveva come meta santificarsi e santificare le "sue pecore", seguendo i metodi di un altro santo parroco, il Curato d'Ars, del quale era grande amico: quotidianamente pregava l'Ufficio Divino in chiesa e poi usciva nell'atrio a conversare con i fedeli: istruiva e incoraggiava tutti, ottenendo notevoli conversioni.
Ma desiderava esser religioso, e ottenne l'autorizzazione dell'ordinario a lasciare l'incarico ed entrò nel 1839 nel noviziato dei Padri Maristi, a Lione.
In questa città, esercitò un intenso apostolato, soprattutto con carcerati, infermi e operai. Affrontò con coraggio i venti del secolo XIX, impregnato di utilitarismo, ispirato da un anticlericalismo ostinato che cercava di relegare in secondo piano o addirittura al disprezzo, la Religione e i valori soprannaturali. Quel giovane sacerdote pieno di zelo per la causa di Dio, notava quanto la società della sua epoca si allontanava da Cristo e dalla Sua Chiesa, ardeva nel desiderio di far qualcosa per cambiare questa situazione.
Con tutto ciò, la Provvidenza stava lentamente preparandolo per la realizzazione della grande missione della sua vita. Due insigni grazie lo portarono definitivamente a dedicarvisi.
Portando la custodia col Santissimo Sacramento durante una processione nel 1845, si sentì pervaso da una grande forza e chiese a Dio che gli desse lo zelo apostolico di San Paolo, per diffondere come lui il nome di Gesù Cristo.
Più decisiva, però, fu la grazia ricevuta nel 1851, mentre pregava davanti alla statua della Vergine Santissima, nel santuario mariano di Fourvière. Ad un certo punto, udì con chiarezza in fondo all'anima, la voce della Madonna, che gli esponeva la necessità di avere una congregazione religiosa destinata ad onorare in modo speciale la Sacra Eucaristia, indicando questa devozione come mezzo per risolvere gli intricati problemi che travolgevano il mondo, rinnovare la vita cristiana e promuovere l'autentica formazione di sacerdoti e laici.
Così, chi lo spinse sui sentieri della sua missione eucaristica fu Colei che, più tardi, egli cominciò a venerare sotto il titolo di Madonna del Santissimo Sacramento, modello degli adoratori.
"Ho riflettuto spesso sui rimedi contro questa indifferenza universale, che si impossessa di tanti cattolici in maniera sbalorditiva, e ne trovo uno soltanto: l'Eucaristia, l'amore a Gesù Eucaristico. La perdita della fede proviene dalla perdita dell'amore".
Qualche tempo dopo aggiunse: "È necessario mettersi immediatamente all'opera, salvare le anime con l'Eucaristia, risvegliare la Francia e l'Europa, sommerse nel sonno dell'indifferenza, perché non conoscono il dono di Dio, Gesù, l'Emanuele dell'Eucaristia. È necessario spargere questa scintilla d'amore nelle anime deboli che si ritengono pietose e non lo sono, perché non hanno fissato il centro delle loro vite in Gesù nel tabernacolo". "Noi non preghiamo che Gesù Cristo, e Gesù Cristo Sacramentato", diceva, parafrasando la celebre affermazione di San Paolo.
Padre Pietro Giuliano si presentò, allora, all'Arcivescovo di Parigi, Mons. Sibour., accompagnato dal suo primo discepolo, il Conte Raimondo de Cuers, ex-capitano di fregata, che avrebbe ricevuto più tardi l'ordinazione sacerdotale nella nuova Congregazione. Spiegò a Mons. Sibour il suo progetto di fondare un'istituzione religiosa contemplativa di adoratori del Santissimo Sacramento e allo stesso tempo di vita attiva, con un fronte di apostolato rivolto, soprattutto, alla classe operaia, con lo scopo di incrementare la devozione alla Sacra Eucaristia, preparare adulti alla Prima Comunione e altre attività correlate. L'Arcivescovo si entusiasmò all'idea, dichiarando che questa era l'opera che mancava nell'Arcidiocesi di Parigi. Nacque così la Congregazione del Santissimo Sacramento, il 13 maggio 1856.

Nel suo incontro col Beato Pio IX, il 20 dicembre 1858, questi fu ancor più caloroso: "Sono convinto che la sua opera viene da Dio e la Chiesa ne ha bisogno".
La comunità iniziale si stabilì in una casa messa a disposizione dallo stesso Mons. Sibour. Nella festa dei Re Magi del 1857, si espose per la prima volta il Santissimo Sacramento nella Cappella.
L'opera si sviluppava con lentezza, affrontando difficoltà di ogni ordine. Il Santissimo Sacramento doveva restare esposto perpetuamente, ma gli adoratori iscritti subito diedero segni di stanchezza, soprattutto di fronte alla difficoltà della veglia notturna quindi si verificarono alcune diserzioni. Non furono neppure risparmiate le sofferenze provocate da calunnie e incomprensioni.
Nonostante ciò, le vocazioni continuavano ad arrivare, grazie, soprattutto, ai sermoni pieni di entusiasmo eucaristico del fondatore, preparati davanti al tabernacolo. Non invano, affermava padre Eymard, un'ora ai piedi di Gesù Sacramentato vale più che una mattinata intera di studi sui libri.

Come San Paolo, era l'amore di Cristo che lo spingeva a predicare. Ardeva nel suo cuore l'enorme desiderio di incendiare il mondo con il fuoco di Colui che è presente in ogni tabernacolo. Era necessario toglierLo da lì, esporLo, prestarGli adorazione, riconoscendoLo come l'unico capace di sanare tutti i problemi, tanto degli individui che della società.
Nel suo desiderio di portare le anime alla Sacra Eucaristia, fondò anche la Congregazione delle Serve del Santissimo Sacramento, contemplative dedite all'Adorazione Perpetua ed una specie di Ordine Terziario, a cui diede il nome di Aggregazione del Santissimo Sacramento.
"È necessario far sì che Gesù Eucaristico esca dal Suo eremo affinché Si ponga di nuovo a capo della società cristiana che occorre dirigere e salvare. È necessario construirGli un palazzo, un trono, attorniarLo di una corte di fedeli servitori, di una famiglia di amici, di un popolo di adoratori". Ecco la grande missione di San Pietro Giuliano.
I Congressi Eucaristici sorsero come frutto di questo poderoso anelito. Nel 1881, ispirata dal suo maestro e vincendo numerosi ostacoli, organizzava il primo Congresso Eucaristico della Storia, che si realizzò a Lille, sul tema L'Eucaristia salva il mondo e contò su una speciale benedizione di Papa Leone XIII. A partire da quel momento, si moltiplicarono congressi analoghi, non solo regionali, ma anche nazionali e internazionali.
Estenuato dalle sue intense attività, dimagrito e con difficoltà ad alimentarsi, padre Eymard ricevette rigidi ordini medici di riposo. Nella seconda quindicina di luglio del 1868, si diresse a La Mure, dove poteva contare sulle cure della sorella. In viaggio, celebrò la sua ultima Messa a Grenoble, nella cappella consacrata all'Adorazione Perpetua.Pochi giorni dopo, i medici diagnosticarono una emorragia cerebrale. La sua ultima confessione fu fatta a gesti, poiché non riusciva più a parlare. Il 1º agosto ricevette l'Unzione degli Infermi e padre Chanuet, sacramentino, celebrò la Messa nella sua stessa camera, amministrandogli la Sacra Comunione. Era l'ultima!

- È morto un santo! - esclamavano gli abitanti della piccola città.

Prima del compimento di un anno dalla sua scomparsa, beneficiò con vari miracoli i fedeli che pregavano davanti alla sua tomba.

Quasi cent'anni dopo, il giorno successivo al termine della prima sessione del Concilio Vaticano II, 9 dicembre 1962, Giovanni XXIII lo elevò all'onore degli altari alla presenza di 1.500 padri conciliari. Trascorsi altri trentatré anni, veniva iscritto nel Calendario Romano e presentato alla Chiesa Universale col titolo di "Apostolo dell'Eucaristia".