Io sono con voi
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul
monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si
prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere
in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando
loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt
28,16-20)
La celebrazione del Triduo pasquale che ci stiamo accingendo a
vivere cade nell'Anno della Fede fortemente voluto dal Santo Padre
Benedetto XVI per rafforzare la fede e la testimonianza della
Chiesa.
Il mistero della morte e risurrezione di nostro Signore è il
centro della nostra fede, e ci ricorda una verità talmente
sconvolgente che sempre è apparsa (e sempre apparirà!) follia agli
occhi degli increduli: il Signore, che ha vinto la morte, è vivo e
sempre accompagna la sua Chiesa nel pellegrinaggio terreno verso la
Patria celeste.
Gesù stesso ce lo ha promesso con queste parole: "Ecco, io sono
con voi tutti giorni sino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Con questa frase egli si presenta a noi come colui che
"risuscitato dai morti non muore più: la morte non ha più potere su
di lui" (Rm 6,9); e anzi come colui che, essendo colmato della
pienezza della divinità (cfr. Col 2,9), domina e riempie di sé
tutto il trascorrere della nostra vita.
"Io sono con voi tutti i giorni": questa promessa del Risorto, se
è presa sul serio in un'assidua meditazione, ha la virtù di
allontanare dal nostro animo ogni avvilimento, ogni pessimismo,
ogni paura.
Su questa promessa si fonda e si mantiene l'imperturbabile
serenità del credente, nella misura in cui si lascia illuminare e
riscaldare dalla Pasqua di Cristo. La fede non ci promette
certamente una vita più comoda, al riparo dalle difficoltà; molto
più, ci assicura il sostegno della grazia in ogni momento lieto o
triste della nostra esistenza.
La santa Chiesa, poi, avendo con sé il suo Signore, non si
preoccupa troppo delle ostilità, delle incomprensioni, dei giudizi
malevoli che immancabilmente le vengono riservate dalle diverse
potenze mondane, e neanche può lasciarsi abbattere dalle mancanze
dei suoi figli: non è infatti sulla nostra santità che essa è
fondata (staremmo freschi!), bensì sulla santità di Gesù e sulla
sua presenza in mezzo a noi.
Alla luce di questa convinzione, possiamo ben capire (e ammirare)
la ragione della perenne giovinezza del messaggio di Gesù
crocifisso e ritornato alla vita, e al tempo stesso la ragione del
crollo immancabile di ogni ideologia che tenta di risolvere i
problemi e di alleviare le angosce degli uomini senza affidarsi
alla Pasqua di Cristo.
Non vi è dono più grande che il cristiano possa fare ai propri
fratelli dell'annuncio del Vangelo di Gesù Crocifisso e Risorto! E'
questo il grande tesoro della Chiesa, affidato dal Signore stesso
agli apostoli perché lo facessero risuonare sino ai confini della
terra; affidato ad ogni battezzato perché ne diventi una vivente
testimonianza nella vita di ogni giorno.
Il cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro (Chesterton).
Don Giovanni Bonfiglioli, da "La Voce che chiama - Pasqua 2013"