Pellegrinaggio ai santuari eucaristici

Nei primi tre giorni di maggio, assieme ad un gruppo di parrocchiani guidati da don Giovanni, ho fatto un pellegrinaggio ad Orvieto, Bolsena e Siena, luoghi di miracoli eucaristici.
La prima meta è stata Orvieto, dove nel magnifico Duomo, abbiamo partecipato, con altri gruppi parrocchiali, ad una Messa concelebrata dal Vescovo, don Giovanni e altri sacerdoti. In questo Tempio è custodito il corporale macchiato di sangue stillato dall'Ostia durante la Messa celebrata a Bolsena nel 1263 da un prete boemo dubbioso sulla verità della transustanziazione (miracolo che diede origine alla festa del Corpus Domini). Il prezioso reliquiario che custodisce il corporale viene esposto solo nei giorni di Pasqua e del Corpus Domini.
Nel pomeriggio abbiamo visitato i luoghi turisticamente più interessanti di Orvieto: oltre al Duomo, la Rocca del 1300 e il famoso pozzo di San Patrizio. In serata ci siamo trasferiti a Bolsena, in un gradevole albergo sulle rive del lago omonimo.
La mattina del secondo giorno è stata tutta dedicata a Bolsena. Dopo la visita del centro medievale abbiamo raggiunto la chiesa di Santa Cristina, giovane cristiana martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano; di qui, dopo la Messa, siamo passati alla Cappella del Miracolo, nel cui altare sono ancora custoditi i marmi macchiati del sangue miracoloso. Trovarci contemporaneamente nel luogo dove una giovane ha preferito morire per la fede che abiurare e dove l'Ostia ha sanguinato per superare il dubbio di un ministro è stato molto emozionante e coinvolgente: molto bello!
Nel pomeriggio una digressione turistica ci ha portati a Bagnoregio: abbiamo visitato un sobborgo chiamato Civita, un suggestivo villaggio, quasi del tutto spopolato, situato in cima a un colle isolato in mezzo ai calanchi; è detto "la città che muore", perché sta crollando lentamente. Malgrado il tempo sia stato inclemente, la visita è stata interessante e ci ha permesso di ammirare uno scenario naturale unico.
Il terzo ed ultimo giorno, partiti dalla graziosa Bolsena e transitati per la bella campagna tra Lazio e Toscana, siamo arrivati a Siena. Nella mattinata abbiamo visitato alcuni dei monumenti più significativi della città: la chiesa di San Domenico, la casa di Santa Caterina, il bellissimo Duomo e la piazza del Campo (dove si corre il famoso Palio).
Nel pomeriggio siamo andati nella Basilica di San Francesco, dove si conservano le Ostie del Miracolo Eucaristico. Alcune notizie in proposito: il 14 luglio 1730 ignoti ladri rubarono nella Basilica una pisside contenente 351 Ostie consacrate. Dopo tre giorni di ricerche le stesse furono trovate integre nella chiesa, sempre senese, di Santa Maria di Provenzano, entro una cassetta delle elemosine. Il giorno seguente furono riportate con una solenne processione in San Francesco, dove si conservano tuttora integre (questo il Miracolo) come nel momento del ritrovamento. Varie ricognizioni sono state fatte, la prima dopo 50 anni, nel 1780, poi tante altre, fino a quella del 1910, voluta dal Papa San Pio . La relazione afferma: "Le particole erano di apparenza ben conservate e senza alcun segno di alterazione o ammuffinmento, né guaste per alterazione di tarli o di altri parassiti propri dei prodotti farinacei". Nella stessa relazione il professore Siro Grimaldi dell'Università di Siena dichiarava: "Le particole costituiscono un fenomeno singolare, palpitante di attualità, che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica". E' un FATTO UNICO conservato negli annali della scienza.
Nella cappella dove le Ostie sono conservate don Giovanni ha celebrato la Messa, dopo di che abbiamo potuto vedere da vicino le sacre particole, ed è stato molto emozionante trovarci alla presenza di questo miracolo in essere. Uscendo, sul sagrato, la classica fotografia di gruppo; poi via all'autobus, e in un paio dore a San Giovanni.
Concludendo: tre bei giorni di preghiera, amicizia, magnifici luoghi di spiritualità e interessanti luoghi d'arte.
Che dire: don Giovanni, quando ripartiamo?

Pellegrinaggio

Franco Cavazza

Il nostro caro Franco ci ha lasciato a metà ottobre, avendoci dato nella malattia una grande testimonianza di fede e di abbandono nelle mani del Signore. Possa accoglierlo nel suo Regno il Signore, nel quale ha sperato nel suo pellegrinaggio terreno.

 

Franco Cavazza, da "La Voce che chiama - Natale 2014"