Don Guido, sacerdote e pastore

«Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io» (Gv 17,24). Da questa parola la morte del cristiano, ma ancor più la morte del sacerdote, riceve una luce nuova e un significato inatteso. Il Signore Gesù, per così dire, fa valere i suoi diritti e chiama a sé in virtù di un amore irresistibile coloro che il Padre gli ha dato come collaboratori della sua opera di salvezza.
Sicché questa morte, più che un distacco da noi, che naturalmente ci affligge, è un ricongiungimento del sacerdote derivato e subalterno al Sacerdote unico e vero. (..)
Noi sappiamo che per noi non si tratta tanto di una perdita quanto di un mutamento delle condizioni esteriori di un ministero che continuerà a essere efficacemente esercitato».
Queste parole, pronunciate vent’anni fa al suo funerale dall’Arcivescovo, ci aiutano a ricordare la figura di don Guido Franzoni, grande e indimenticato pastore della nostra comunità parrocchiale.
La sua eredità spirituale è stata grande, ma non si deve pensare che questa ricchezza appartenga al passato. Giunto al termine della sua vita terrena, don Guido, nell’abbraccio di Gesù, si è impegnato a custodire nella preghiera e nell’intercessione le comunità che ha servito sulla terra e le singole anime che gli sono state affidate dal suo Signore.

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Recentemente in Seminario è stata fatta una commemorazione congiunta di don Guido e don Enelio, suo fratello (del quale ricorrono i dieci anni dalla morte), con la partecipazione di diversi testimoni e la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo.
Desideriamo organizzare un analogo momento qui a San Giovanni, certi di interpretare un desiderio di molti, che tanto hanno ricevuto da questi sacerdoti, veri pastori d’anime. Al più presto appronteremo un programma, cui daremo diffusione negli avvisi, nei manifesti e sul sito parrocchiale. 

 

 

 

 

 

Testamento spirituale di mons. Guido Franzoni 

Maggio di Ozzano Emilia (BO)
15 gennaio 1996

A quanti furono affidati a me nella mia missione sacerdotale

Mi metto sul crinale del tempo, in vista dell’eternità, di fronte al Signore e a quanti mi furono affidati nella vita sacerdotale: familiari, Seminario, Quarto Superiore, S. Giovanni in Persiceto, S. Pietro di Ozzano e ora, qui a Maggio, Suore Francescane Adoratrici, “Partecipa anche tu!”, a tutti coloro che incontrai nel mio ministero, missionari e fedeli tutti.
Nel Padre fui nota di amore nella sinfonia della Creazione, in Gesù fui sacerdote e amico, e nello Spirito Santo tempio vivo per le liturgie della Trinità, della Redenzione, della Salvezza.
Quid retribuam Domino pro omnibus quae retribuit mihi? Di fronte ai vertici della bontà del Signore vedo l’abisso delle mie miserie.

Il Signore mi ha messo in mano il GRAZIE: Gesù Eucaristia che è ad un tempo propitiatio pro peccatis; solo con Lui posso dire: GRAZIE; PERDONO.
Sacerdote del Signore in mezzo ai fratelli mi ripromisi di seguire l’esempio del Buon Pastore. Pastore in qualche modo lo fui; buono desideravo, volevo esserlo, ma… Gesù mi soccorre e mi dice: Uno solo è Buono! Confido ugualmente perché di Lui, Buon Pastore, sono sempre pecorella, ricercata quindi, e caricata sulle spalle.
Sacerdote fui e lo sarò in eterno. I beni che ebbi, e che sono anche vostri, indico a Voi: l’Eucaristia e l’Altare!
Ci siamo tutti nell’Altare, specialmente Voi, carissimi Sampietrini, nel nuovo Altare.
L’Altare è il Calvario, e sul Calvario si muore e si risorge. E’ vostro quel Pane! Prendete! Mangiate!
Sul Calvario, presso Gesù, c’è anche Maria!
“Donna, ecco il tuo Figlio!”
“Figlio, ecco la tua Madre!”
Sentitela! Vivetela come Mamma delle vostre anime! Amatela!

“Persicetano fui e resterò”: così scrissi.
Non faccio torto a San Pietro; qui nel cimitero i morti non arrivano più.
Se un posto ci fosse a San Giovanni, nel vecchio cimitero, per terra, nella nuda terra, con una semplice croce, lo prenderei volentieri.
A tutti un saluto, un abbraccio pieno di santo affetto, mentre da tutti invoco il perdono!
Vi benedicevo la mattino e alla sera da presso l’Altare; continuerò a benedirvi dal Cielo, dove vi porto con me nel cuore, dove vi aspetto, un giorno, nel Signore, per la Festa eterna!

Vostro
don Guido

Da "La Voce che chiama - Pasqua 2017"