Creditori di Dio...

calice

Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. 
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani col grembiule e lesse quanto vi era scritto: 
“Per aver strappato le erbacce dal vialetto: euro 3. Per aver ordinato la mia cameretta: euro 5. Per essere andato a comperare il latte: euro 0,50. Per aver badato alla sorellina (3 pomeriggi): euro 9. Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: euro 5. Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: euro 4. Totale: euro 26,50.”
La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse: 
“Per averti portato nel grembo 9 mesi: euro 0. Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: euro 0. Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: euro 0. Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: euro 0. Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: euro 0. Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: euro 0. Per la vita che ti dò ogni giorno: euro 0. Totale: euro 0.”
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Grò il foglio e sul suo conto scrisse: “Pagato”.
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.

Questa storiella mi ha sempre commosso…
La nostra vita è preceduta e avvolta da gesti di amore gratuiti, che non costano nulla, ma che valgono tantissimo. Il primo luogo in cui dovremmo fare esperienza di questa gratuità, per essere ad essa educati, è proprio la famiglia.

In questo tempo di Quaresima ho avuto modo di riflettere su come rischiamo di avere nei confronti di Dio lo stesso atteggiamento del bambino della storia. Anche noi, a volte, possiamo porci davanti a Dio elencando i nostri meriti, i nostri crediti (e parallelamente i suoi debiti) accumulati con le buone opere. “Ho fatto il bravo, sono stato onesto, ho detto le preghiere, sono andato a trovare i malati, ecc. ecc.”, quindi Dio mi DEVE concedere quello che voglio, quando lo voglio, come lo voglio… 

La risposta di Gesù è come quella della mamma.
“Per averti amato dall’eternità, per averti creato, per averti fatto figlio di Dio nel Battesimo, per avere patito per la tua salvezza, per essere morto per liberarti dal peccato e dalla morte, per averti fornito tutti i mezzi della grazia affinché tu possa vivere e crescere nella conoscenza e nell’amore di Dio e dei fratelli, per averti donato una famiglia nella santa Chiesa – e per mille altri doni – il tuo debito ammonta a… 0!!!!”.
In una mentalità mercantile come quella in cui viviamo si pensa spesso che una cosa valga per quel che costa. Ora, se dovessimo pagare i doni di Dio non vi sarebbe in tutto l’universo una ricchezza adeguata!!!
Consapevoli della gratuità dei doni di Dio, dovremmo vivere in un costante rendimento di grazie. “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore!”.

Al giorno d'oggi la gente sa il prezzo di tutto e non conosce il valore di niente (O. Wilde)

don Giovanni Bonfiglioli, da "La Voce che chiama - Pasqua 2019"