La Chiesa di Sant'Apollinare

 di Don Enrico Sazzini - tratto da Arcobaleno Anno IV n. 14, Giugno 1990

Nei giorni dal 6 al 9 novembre 1573 l'Arcivescovo Mons. A. Marchesini, nella sua qualità di visitatore Apostolico per conto del Papa Gregorio XIII, venne a S. Giovanni in Persiceto per controllare se i canoni del Concilio di Trento erano stati applicati in questo territorio.

La visita era iniziata nell'agosto dello stesso anno e il solerte Arcivescovo aveva già percorso buona parte della Diocesi bolognese con pieni poteri, prendendo a volte decisioni molto drastiche e documentando ogni visita in una meticolosa relazione che costituisce una vera miniera di notizie per conoscere la situazione del periodo post tridentino. A S. Giovanni, all'interno del castello trovò una complessa situazione, per i circa tremila abitanti erano in funzione ben quattro parrocchie: la Collegiata di S. Giovanni, S. Apollinare, San Lorenzo e i SS. Vitale e Agricola. La parrocchia di S. Apollinare contava 600 abitanti entro il castello e circa 400 fuori in località Liveratico dove esisteva una cappella dedicata ai SS. Filippo e Giacomo. La narrazione della visita é molto esatta. La situazione della Chiesa é molto decadente e pure negativo é il giudizio dato dal Parroco. Non fa il catechismo aibimbi. Non ha casa canonica e vive in maniera trasandata trascurando i suoi doveri ed il visitatore prende una radicale decisione. Dichiara abolite le quattro parrocchie del castello e ne costituisce una soltanto con sede nella Collegiata. Impone la costruzione di una nuova Chiesa in una zona a nord di Liveratico vista la situazione di degrado delle Chiese esistenti e obbliga il parroco di S.Apollinare di risiedere nel nuovo edificio. E' questo l'atto che segna la nascita di S. Matteo della Decima. Decaduta dalla dignità di sede parrocchiale, la Chiesa di S. Apollinare divenne un "Benefizio Semplice", con la residenza di un sacerdote e l'officiatura regolare. Nel 1630 il rettore, certo Don Giovanni M. Ferrari, fece restaurare completamente la Chiesa che era collabente lasciando all'esterno la caratteristica gotica con le pregevoli terracotte che ancora si vedono e rifacendo l'interno secondo il gusto dell'epoca. Dotò la Chiesa anche di un pregevole dipinto che raffigura S. Apollinare che commissionò al Cittadini detto il Milanese, pittore di buona fama. Il quadro, molto rovinato, é in pratica irrecuperabile, tuttavia si conserva ancora (in un locale della canonica cittadina). La Chiesa di S.Apollinare, dopo quella parentesi positiva decadde sempre più. Si considera essere  la più antica di S. Giovanni ma a torto. Anche se è stata attribuita in passato al generale Narsete del VI secolo, il primo documento sicuro che attesta la sua esistenza è del secolo XIII.. Con la Rivoluzione francese furono soppressi i benefizi semplici, cioè non parrocchiali, e i beni furono incamerati e quindi venduti. La Chiesa divenne proprietà privata e il suo degrado fu progressivo ma costante.

 ROSSELLA ARIULI:

 L'esistenza dell Chiesa di sant'Apollinare, di origine altomedievale, è accertata perlomeno dal 1214. Nei primi decenni del Quattrocento fu ristrutturata per iniziativa del fabbro  'Maestro' Giovanni Ferrari e poi, dopo una certa fortuna, fu lasciata progressivamente decadere dai successivi proprietari. E' un piccolo edificio di culto ad aula unica, di pianta rettangolare con abside semi-esagonale.  Le finestre sono di tipo gotico, ad arco acuto con strombatura verso l'esterno, mentre la facciata ha un portale a tutto sesto e un doppio rosone. Un motivo a beccatelli circonda completamente l'edificio all'imposta della copertura.

(tratto da 'SAN GIOVANNI IN PERSICETO E LE SUE CHIESE', Ottobre-Novembre 1998- A cura della Provincia di Bologna- assessorato alla cultura-Comune di san Giovanni in Persiceto- assessorato alla cultura).

Alberto Tampellini:

Dopo un lungo periodo di disinteresse e conseguente sommo degrado, nel 1954 crollò tutta la volta in muratura dell'abside e si ipotizzò imminente il crollo totale dell'edificio. Dopo diversi infruttuosi tentativi finalmente il Comune della nostra città nel 1984 riuscì ad acquisirne la proprietà dagli eredi della famiglia dei conti Aldrovandi Marescotti Migliori, per la somma di 20 milioni di lire, con la dichiarata intenzione di utilizzare la ex chiesa "per una destinazione consona al suo valore artistico e storico, e cioè per mostre, esposizioni e finalità culturali in genere…".

Nel 1990 L'Ufficio tecnico Comunale fu incaricato di preparare un progetto di copertura lignea per la chiesa (opera essenziale e prioritaria) e di consolidamento delle sommità murarie. Tra la fine del 1996 e gli inizi del 1997, avvenne finalmente il compimento di tali lavori .

(Da "San'Apollinare, la chiesa ritrovata", a cura di Pierangelo Pancaldi,testi di A.Tampellini, M.Mazzacori, P.Cremonini, Beccari editore, 1998 (?).

Dopo il suddetto restauro la chiesa è sempre stata utilizzata, come auspicato, per l'allestimento di pregevoli ed interessanti avvenimenti culturali, come  mostre pittoriche, scultoree, fotografiche, presepiali.