La Chiesa ed il Convento di San Francesco

 di Don Enrico Sazzini - tratto da Arcobaleno Anno VI n. 16, DIcembre 1990

La presenza dei francescani a S.G.Persiceto risale agli inizi dell'Ordine di S. Francesco. Si dice che sia passato lo stesso Santo di Assisi da S. Giovanni, anche se tale voce non ha possibilità di essere documentata. E' certo tuttavia che nel 1234 già esisteva qui un convento francescano, ad otto anni dalla morte del Santo (1226) e a sei dalla sua canonizzazione. Si può quindi ritenere senza forzature che una presenza francescana sia stata stabilita mentre il Serafico Padre era ancora in vita. C'è una circostanza molto particolare. Nel 1279 è stato investito dell'altissima carica di ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori un persicetano: frà Bonagrazia Tielci detto da S. Giovanni in Persiceto. Questo personaggio, purtroppo sconosciuto a molti suoi ignari concittadini, ha avuto un ruolo di primo piano nella storia della Chiesa del suo tempo, prima come nunzio papale a Costantinopoli, quindi per 4 anni come Generale dell'Ordine Minorita: si può pensare che egli sia entrato nei francescani direttamente nel convento persicetano anche perchè le fonti storiche asseriscono che sia stato discepolo di Frà Girardino celebre lettore di teologia, anch'egli "da S. Giovanni in Persiceto". La presenza francescana a S. Giovanni, tanto antica da risalire allo stesso S. Francesco e tanto consistente da produrre nei primi decenni di vita dell'Ordine delle personalità di calibro eccezionale, sarebbe argomento da conoscere e approfondire con passione.

E' molto difficile per noi, in assenza di ogni testimonianza storica, immaginare il primitivo convento. Era certamente una costruzione molto povera che veniva utilizzata anche come luogo di sosta dei tanti frati in viaggio tra Assisi e i paesi del Nord-Europa. Poi pian piano la struttura si è ampliata fino ad assumere l'aspetto che ancora possiamo vedere specie nel chiostro il quale mantiene ancora quasi inalterato l'aspetto del tardo quattrocento, epoca di una radicale ricostruzione del convento. Si dice che la ricostruzione fu possibile per le offerte che fioccarono in occasione di un fatto miracoloso riferito a un'Immagine della Madonna conservata nella Chiesa. Ci fu un'accorrere di devoti imponente e con le offerte si poté ricostruire il convento e restaurare la Chiesa che fu dotata anche di un nuovo organo. La vecchia Chiesa però sentiva il peso degli anni per cui nei primi decenni del settecento si decise di demolirla e di costruirne una nuova monumentale. Il progetto fu affidato a un celebre architetto bolognese: Alfonso Torreggiani (1682-1764) che elaborò un ambiente sobrio ed elegante e nel 1742 iniziarono i lavori di costruzione. lo ritengo che, oltre alle vetustà della precedente Chiesa, agisse anche come spinta il confronto con la nuova Collegiata che era già quasi terminata e sarebbe stata consacrata pochi anni più tardi, nel 1739, dal Card. Lambertini, Arcivescovo di Bologna e poi Papa Benedetto XIV. l buoni frati temevano forse che la nuova Chiesa attirasse tanto i fedeli da rendere deserta l'umile e ormai cadente Chiesa francescana. Ci si può chiedere dove i frati trovassero i soldi necessari all'impresa.

Tra le varie iniziative che presero ce ne fu una che ancora oggi noi deprechiamo perchè ha privato la nostra città di un dipinto molto prezioso: addirittura di un quadro del Tiziano. Un persicetano, certo Alessandro Pezzana, vissuto lungo tempo a Venezia, aveva portato con sé un quadro universalmente riconosciuto come opera del celebre pittore. Rappresentava il martirio di S.Sebastiano ma fu venduto al Marchese Ranuzzi-Cospi che poi lo spedì al Granduca di Toscana.

La Chiesa fu completata nel 1773 ed era la più spaziosa della città, con sette altari ornati da quadri di valenti pittori della grande scuola bolognese dei secoli XVII-XVIII. Ma i tempi erano in rapida evoluzione. Nel 1795 i francesi giunti in Italia sotto la guida di Napoleone, decretarono la soppressione degli istituti religiosi e requisirono anche gli edifici sacri non parrocchiali.

Il convento fu adibito a caserma e gli arredi furono venduti e quindi si dispersero. La Chiesa continuò ad essere officiata e quindi non subì una totale manomissione. Dopo la caduta di Napoleone nel 1814 e la successiva restaurazione del governo pontificio i frati minori Conventuali ritornarono a prendere possesso dei loro beni e si diedero a restaurare sia il convento che la Chiesa. Nel 1832 il complesso era stato completamente restaurato ed è rimasta famosa la straordinaria festa che si fece nel 1854 in occasione della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione fatta da Pio IX. Ma un'altra grande catastrofe stava per abbattersi sul complesso monumentale di S. Francesco e questa volta per colpa degli italiani. Con la caduta del governo pontificio nel 1859, furono emanate le così dette leggi eversive che abolirono ancora gli ordini religiosi e ne requisirono i beni. Cominciò il degrado, veramente vergognoso del nobile e storico complesso. Il convento fu adibito a scuola. La Chiesa fu trasformata prima in caserma dei Bersaglieri che repressero la rivolta del 7 gennaio 1869 contro la tassa del macinato, poi diventò deposito di varie mercanzie fino a toccare il fondo con l'uso a deposito degli attrezzi della Nettezza Urbana.

Gli ornamenti in stucco modellati da Angelo Piò, uno dei maggiori scultori dell' epoca barocca, vennero distrutti, come anche gli arredi e i dipinti, dispersi.

Conserviamo ancora, unica reliquia rimasta in tanto scempio, il dipinto di Ubaldo Gandolfi raffigurante Sant'Anna: è conservato in Collegiata. Il glorioso complesso monumentale di S. Francesco attende ancora la sua resurrezione.

Un importante avvenimento artistico avvenne nella primavera del 2007 a San Giovanni in Persiceto e ne furono dati  notizia e rilievo dai media locali e nazionali. Un importante quadro commissionato nel 1633 al noto pittore Guercino per la Chiesa di San Francesco e perso nei secoli fu ritrovato fortunosamente, restaurato ed esposto temporaneamente  nel nostro Museo di arte sacra. Ora purtroppo la pittura non è più tra noi, ma è stata posta e custodita nella cattedrale di Novara, nella cui diocesi il quadro era rimasto dal 1895 al 1973 quando fu rubato e poi ritrovato. Una cronaca dell'avvenimento, scritta da don Enrico Sazzini, venne  riportata nel numero di Aprile 2007 del bollettino parrocchiale" la Voce che Chiama".

Note artistiche sulla Chiesa di San Francescodi Rossella Ariuli (dall'opuscolo: San Giovanni in Persiceto e le sue Chiese, 1998):

La Chiesa ed il convento di san Francesco, dapprincipio (1234) ubicati fuori dell'abitato, entrarono a far parte del tessuto urbano nel 1318, mediante l'inclusione entro la fossa difensiva che cingeva il paese e tramite la costruzione, tra il XVII ed il XVIII secolo, di un percorso porticato affinchè  i fedeli dal centro potessero comodamente raggiungere il luogo di culto. All'inizio del Cinquecento fu dipinto un grande affresco , all'interno del refettorio del convento, rappresentante  l'Ultima Cena.  E' stato rinvenuto a metà degli anni "90 del secolo scorso dietro un'intercapedine, durante lavori di restauro. I caratteri stilistici e cromatici rinviano all'ambito veneto.

La chiesa, monumentale, in sostituzione di quella primitiva che fu abbattuta nel 1742,  all'esterno appare sobria per l'uso della pietra sagomata e per la mancanza di elementi decorativi, ad eccezione di una cornice, posta sotto il tetto, che percore tutto il perimetro della fabbrica, eccetto la zona settentrionale mai portata a compimento. La chiesa, rimasta priva dell'abside, è tamponata da una parete rettilinea dipinta all'interno con la tecnica del trompe l'oeil in modo da suggerire l'impressione di un prolungamento architettonico. L'unica ampia navata, con sei altari laterali, è arricchita da un' elegante decorazione plastica in stucco costituita da elementi tratti dalla simbologia francescana., Il connubio architettura e scultura- diverse statue di Angelo Gabriello Piò sporgevano dalle nicchie delle pareti- è nota distintiva dell'arte del Torreggiani.

Tra il 2001 ed il 2012 sono state compiute importati opere di recupero del complesso conventuale e della chiesa, secondo il piano descritto nell'allegato 'Recupero del complesso conventuale e della ex chiesa di San Francesco nell'ambito della riqualificazione del centro storico del capoluogo'- Area Governo del territorio - Gabriella Maria Covezzi- architetto, Giugno 2007.

Il primo stralcio di lavori, completato nel 2001, 'ha riguardato la copertura ed il recupero dei paramenti esterni', mentre il secondo, finanziato dalla Fondazione Monte di Bologna e Ravenna e, con risorse proprie, dal Comune, è consistito in un 'restauro conservativo delle pareti interne della Chiesa limitatamente alla zona adiacente all'ingresso principale lato sud'.  E' terminato nel 2011. Con il 'reperimento di risorse aggiuntive si pensa che si potrebbe arrivare al recupero complessivo dell'intera struttura' per poterla adibire a spazi culturali a beneficio della comunità.

Nel corso degli ultimi lavori di restauro, tra il marzo ed il maggio 2010, il  Museo Archeologico ambientale di S.G.Persiceto ha proceduto a compiere interessanti sondaggi archeologici i cui risultati sono qui riportati in allegato.