Le opere di misericordia spirituali - Terza parte

(Leggi la Prima parte e la seconda parte)

La quinta opera di misericordia spirituale è quella di perdonare le ingiurie e le offese ricevute da altri. E qui, intorno all'obbligo che tutti abbiamo di perdonare sinceramente, di cuore, a chiunque ci offenda, in qualsiasi cosa, tanto con ragione come contro ragione; io, per non dilungarmi troppo, mi limito a richiamarvi alla memoria quello stesso che Gesù Cristo ci lasciò scritto nel suo Vangelo, là dove parlando a tutti i suoi seguaci, disse loro: «Se voi non perdonerete ai vostri offensori, nemmeno il vostro Padre celeste perdonerà a voi i vostri peccati. Nella stessa maniera con cui avrete trattato il vostro prossimo, sarete trattati pure voi, davanti al mio tribunale». Di qui derivano due conseguenze: 1) non basta che il nostro perdono sia a parole, ma occorre che sia di cuore, che non conservi avversione per nessuno. 2) Il Signore, come sapete, si diporterà con noi, come noi ci siamo diportati con i nostri prossimi.

Finalmente la sesta opera di misericordia è quella di sopportare pazientemente le persone moleste, cioè i nostri fratelli per i loro difetti. Questi difetti che dobbiamo noi compatire nel prossimo possono essere per cose naturali o morali. Dobbiamo avere per tutti compassione e tolleranza. Quella inferma ad esempio, è troppo esigente, non è mai contenta, si lagna continuamente, benché a torto; quell'altra è fastidiosa, trova a ridire su tutto, niente va mai bene per lei; questa ha un carattere sofistico e altero; l'altra usa villanie; quell'altra fa il broncio e non parla; ebbene, abbiate pazienza, non vi risentite, non vi adirate, non vi offendete; solo con la dolcezza e le buone maniere riuscirete a farle ritornare al loro dovere e a indurle ad emendarsi.

Del resto, offrite ogni cosa in penitenza delle vostre colpe. E come il Signore sopporta le nostre deficienze: tiepidezza, negligenze, imperfezioni e peccati; non vorremo noi tollerare nei nostri prossimi un piccolo difetto? Riflettiamo ai meriti grandi che, con questo atto di carità, potremo acquistare presso Dio; essi sono tali e tanti che S. Bernardo diceva che se in una comunità, in una casa, non ci fosse qualche persona fastidiosa da sopportare, bisognerebbe andare a cercarla e pagarla anche a peso d'oro. Dobbiamo pure tollerare e compatire i difetti morali più noti del nostro prossimo. Se qualche infelice, diceva San Paolo ai Galati, cadesse, per sua disgrazia, in qualche peccato, voi, che fate professione di pietà, non fate le meraviglie, abbiatene compassione con spirito di carità e di dolcezza: guardate, se potete, ricondurlo sul retto sentiero.

Sì, sorelle mie, tutti siamo peccatori; se non cadiamo in certi peccati in cui cadono i nostri simili, è perché Dio ci tiene la mano sul capo e non ce lo permette; del resto, se Dio ci abbandonasse alla miseria del nostro nulla, saremmo anche noi capaci di commettere tutte le iniquità del mondo. Amen.